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Infermiera del 118 aggredita nel Cpr di Palazzo San Gervasio: per la donna prognosi di 5 giorni

Un’infermiera del 118 è stata aggredita, domenica scorsa, nel Centro permanenza per rimpatri (Cpr) di Palazzo San Gervasio.

I soccorsi erano stati allertati per richiedere l’assistenza a un cittadino straniero che era in stato di alterazione psico-fisica. L’operatrice ha riportato cinque giorni di prognosi.

L’azienda sanitaria della provincia di Potenza (Asp) ha annunciato la costituzione di un tavolo di lavoro per studiare sistemi di protezione dalle aggressioni per il personale sanitario e un confronto con i sindacati sulla sicurezza.

Il direttore generale della Asp Antonello Maraldo ha espresso «solidarietà alla lavoratrice». Nel contempo ha invitato «a inquadrare la situazione nel giusto contesto» perché dall’ultimo rapporto ufficiale nell’ultimo anno «il dato delle aggressioni al personale medico ed infermieristico è stato pari a zero» nella Asp.

«Quello che si è verificato presso la struttura di Palazzo San Gervasio, con protagonista un uomo in stato di agitazione psico-fisica, sarebbe potuto succedere in qualsiasi altro contesto e con qualsiasi altro cittadino nelle stesse condizioni fisiche e mentali alterate», ha aggiunto Maraldo.

In queste ore, stante la delicatezza della vicenda, la direzione ha ritenuto necessario fare ulteriori e più capillari approfondimenti «per comprendere nel frattempo cosa sia accaduto e sincerarci delle condizioni dell’infermiera che ha avuto una prognosi medica di cinque giorni ma che da un punto vista personale si può connotare con effetti psicologici rilevanti».

Per il direttore del Deu 118 Libero Mileti, «quello che si è verificato nei confronti dell’operatrice del 118 è un caso isolato – ha spiegato – perché la Basilicata è sempre stata esente da fenomeni di brutali aggressioni fisiche agli operatori della sanità. In alcuni casi ci sono state aggressioni verbali ma mai si era arrivati a violenze fisiche. L’aspetto della sicurezza degli operatori è una questione che deve essere affrontata a tutti i livelli coinvolgendo anche chi materialmente gestisce, nel caso di specie, strutture come quelle di Palazzo San Gervasio dove il 118 interviene quotidianamente».

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