Home Cronaca «Aggravante mafiosa per De Benedictis» Si chiedono condanne pesanti

«Aggravante mafiosa per De Benedictis» Si chiedono condanne pesanti

Nessuna attenuante prevalente, al massimo quelle generiche, per l’ex gip di Bari, Giuseppe De Benedictis. Al contrario, la Procura di Lecce insiste sul riconoscimento dell’aggravante mafiosa nei confronti di De Benedictis e di altri sei dei nove imputati nel processo in corso nel capoluogo salentino su quattro presunti episodi di corruzione in atti giudiziari, relativi a scarcerazioni di pregiudicati in cambio di tangenti.

Al termine della requisitoria, l’accusa ha chiesto condanne a 8 anni e 9 mesi di reclusione per l’ex gip e 8 anni 5 mesi per l’ex avvocato penalista barese Giancarlo Chiariello. Condanna a 4 anni di reclusione per il figlio di Chiariello, Alberto, anche lui penalista, e per l’avvocata dello stesso studio legale Marianna Casa di Bari. Quattro anni e 8 mesi di reclusione sono la richiesta per l’appuntato dei carabinieri in servizio nella sezione di pg della Procura di Bari, Nicola Vito Soriano, che risponde di corruzione e di rivelazione del segreto d’ufficio.
Per tre dei quattro imputati che secondo i magistrati salentini avrebbero usufruito delle scarcerazioni frutto degli accordi corruttivi, Danilo Pietro della Malva, Roberto Dello Russo e Antonio Ippedico, la richiesta è di 3 anni e 8 mesi. Chiesta infine l’assoluzione per il nono imputato, l’avvocato Pio Michele Gianquitto, anche lui – nella iniziale impostazione accusatoria – tra i destinatari di provvedimenti cautelari favorevoli in cambio di denaro. Nel processo sono costituiti parti civili la Presidenza del Consiglio dei ministri, i ministeri di Difesa e Giustizia e il Consiglio dell’ordine degli avvocati di Bari.
L’aggravante mafiosa, che fa aumentare di un terzo la pena richiesta è contestata dai pm salentini anche ai tre avvocati imputati e ai tre detenuti che avrebbero usufruito delle scarcerazioni da parte del gip. Per De Benedictis la Procura esclude l’attenuante della collaborazione «in ragione della natura puramente ammissiva e non collaborativa» tenuta dall’ex gip, il quale dopo l’arresto ha reso cinque lunghi interrogatori. .
Dopo la Procura, ha discusso l’avvocato Nicola Selvaggi, che rappresenta l’ordine degli avvocati di Bari costituito parte civile, chiedendo una provvisionale di 50 mila euro per il danno all’immagine. Nelle prossime udienze, l’1 e il 22 marzo, discuteranno i difensori degli imputati. La sentenza è prevista per il 29 marzo.

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