Home Diritto & Economia La competitività delle imprese alla prova del nuovo sistema di controlli

La competitività delle imprese alla prova del nuovo sistema di controlli

La Direttiva UE 2017/1371, definita “Protezione Interessi Finanziari”, recepita dall’Italia con il decreto legislativo 75/2020, valorizza il segmento doganale tra i reati del decreto legislativo 231/2001 e introduce nuovi reati-presupposto della responsabilità amministrativa degli enti. Il decreto introduce i delitti di contrabbando, innalzando le sanzioni penali per alcune fattispecie di particolare gravità. Il Modello Organizzativo Gestionale (MOG) coinvolge l’area doganale, logistica, commerciale, marketing, fashion, fiscale, legale.

I reati di contrabbando doganale richiedono una specifica conoscenza della pratica doganale che impatta sulla compliance doganale e sulle operazioni doganali. La responsabilità ai sensi della 231 è configurabile anche nel caso in cui il reato sia stato commesso da un soggetto terzo, sia sotto l’aspetto tributario che extratributario. Inoltre, lo schema del decreto delegato per la riforma fiscale allarga i reati-presupposto, nel novero delle responsabilità della 231, anche in merito alla sottrazione all’accertamento o al pagamento delle accise su prodotti energetici o ancora quelli collegati alla circolazione dei prodotti soggetti ad accise.

Alla luce di questo cambio di paradigma giuridico anche le piccole e medie imprese sono chiamate a valutare un nuovo approccio al sistema dei controlli. Tale iniziativa deve prendere le mosse da una preliminare e sostanziale revisione del risk assesment finalizzato all’identificazione di possibili nuove attività sensibili o alla rivalutazione del rischio reato 231. Per cui l’aggiornamento/implementazione del Modello 231 varierà in modo significativo in dipendenza della complessità doganale della singola realtà aziendale. Si ipotizzino attività nel campo delle spedizioni oppure società munite di autorizzazioni doganali complesse o ancora quelle che gestiscono prodotti particolarmente sensibili o si avvalgono di regimi speciali. Il risk assesment sarà svolto caso per caso ed il progetto di adeguamento dovrà coinvolgere competenze trasversali e professionalità adeguate -come il doganalista, esperto nelle materie e negli adempimenti connessi con gli scambi internazionali. Tra i possibili presidi da adottare per ridurre i rischi connessi alla commissione dei reati di contrabbando vi può essere l’elaborazione di specifiche procedure tese a regolare gli aspetti doganali di maggior rilievo, come: la classificazione (elaborare procedure interne per verificare la corretta classificazione doganale delle merci, anche mediante le Informazioni Tariffarie Vincolanti, al fine di prevenire eventuali contestazioni connesse all’attribuzione di un codice errato); il valore (definire un protocollo interno che rispetti la normativa prevista dal CDU e dai Regolamenti delegati, in linea con gli standard fissati in ambito WTO); l’origine (predisporre una procedura interna che consenta la corretta determinazione dell’origine delle merci alla luce della normativa unionale di riferimento e delle regole contenute nei pertinenti accordi internazionali). Il Consiglio Nazionale degli Spedizionieri Doganali, al fine di offrire ai doganalisti una cultura adattiva della professione, ha organizzato corsi FAD sul “MOG e la gestione dei processi doganali sensibili”. L’adozione del MOG, pur non essendo un istituto obbligatorio, riserva dei vantaggi: circostanze attenuanti, maggiore consapevolezza sui processi interni al rischio reato e nuove opportunità di business.

Mauro Lopizzo è consigliere nazionale degli spedizionieri doganali

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