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Le politiche europee di approvvigionamento delle materie prime: i nuovi equilibri tra chip e sostenibilità

La geopolitica, la geoeconomia e la sostenibilità sono temi di grande rilevanza nel panorama internazionale odierno. Ma qual è la posizione dell’Italia su questi argomenti cruciali? Proviamo ad analizzarla concentrandoci sulle materie prime preziose, le terre rare, i chip e le possibili implicazioni in termini di conflitti, con un’attenzione particolare alla situazione di Taiwan.

L’Italia e le preziose materie prime

Il nostro, è un Paese ricco di risorse naturali, tra cui materie prime preziose come il ferro, il rame e l’alluminio. Queste risorse sono fondamentali per lo sviluppo dell’industria manifatturiera e tecnologica italiana. Tuttavia, è importante adottare una prospettiva sostenibile nell’estrazione e nell’utilizzo di queste risorse, garantendo una gestione responsabile e limitando l’impatto ambientale, considerando che l’estrazione è un’operazione energivora, ossia che richiede il consumo di grandi quantitativi due energia elettrica o di gas per svolgere le proprie attività. 

Terre rare e la dipendenza tecnologica

Preziose e fondamentali per lo sviluppo della tecnologia verde sono le Terre rare, anche definite con l’acronimo Ree (Rare Earth Elements), i 17 metalli presenti nella tavola periodica degli elementi chimici, cruciali per la produzione di tecnologie avanzate, compresi dispositivi elettronici, batterie per veicoli e tecnologie verdi. Attualmente, la Cina detiene una posizione dominante nel mercato delle terre rare, e questa dipendenza crea sfide per l’Italia e altri paesi che necessitano di accesso a tali risorse. È fondamentale per l’Italia diversificare le fonti di approvvigionamento, promuovere la ricerca e lo sviluppo di alternative e sostenere iniziative internazionali per garantire l’accesso equo alle terre rare.

L’importanza dei chip nella società digitale 

I chip elettronici sono componenti vitali per l’industria dell’informazione e della comunicazione, nonché per l’automazione e la digitalizzazione dei settori chiave dell’economia italiana. La crescente domanda di chip ha creato tensioni globali, in particolare tra Stati Uniti e Cina. L’Italia, come parte integrata della catena di approvvigionamento globale, deve essere consapevole dei rischi associati a questa dipendenza e lavorare per sviluppare una capacità di produzione interna, sostenendo l’innovazione e la cooperazione internazionale. Sette su quindici aziende di semiconduttori sono in America ma tutti i paesi dipendono per tecnologie di assemblaggio dalla Cina.

I gas per assemblare i Microchip invece sono estratti, come scritto già qualche tempo fa nel territorio tra Russia e Ucraina.

Possibili implicazioni geopolitiche e rischio di conflitti

Le materie prime preziose, le terre rare e i chip sono diventati fattori di rilevanza geopolitica, in quanto paesi e attori internazionali cercano di garantirsi risorse strategiche e vantaggi competitivi. Ciò potrebbe portare a tensioni e conflitti potenziali, come dimostrato dalle recenti dispute commerciali tra Cina e Stati Uniti. L’Italia, come membro dell’Unione Europea, dovrebbe lavorare per una diplomazia multilaterale, cercando soluzioni pacifiche e promuovendo il dialogo tra le nazioni coinvolte.

Taiwan e le dinamiche regionali

La situazione di Taiwan rappresenta un aspetto critico nella geopolitica e nella geoeconomia dell’Asia orientale. L’Italia, come membro della comunità internazionale, dovrebbe sostenere una soluzione pacifica attraverso il dialogo e la diplomazia. La stabilità e la sicurezza nella regione sono di interesse globale e l’Italia può contribuire al mantenimento dell’equilibrio regionale, promuovendo relazioni bilaterali basate sulla fiducia e il rispetto del diritto internazionale.

Che le tensioni geopolitiche e che la guerra rischia di essere sui semiconduttori è ormai evidente, ma Europa ed Italia in questo scenario come si stanno organizzando? L’Europa dipende totalmente dall’estero ed è evidente ancora l’incapacità di pensare come un gruppo di paesi. Supponiamo si decida di creare domani un distretto come la Sylicon Valley americana, più che un accordo tra paesi se farlo in Puglia o Provenza o Baviera, ci sarebbe una competizione serrata. In Olanda c’è la più grande società Europea di produzione di Microchip (Asml), in Italia invece è necessario correre ai ripari operando in 2 modi:1) Creazioni di stabilimenti di produzione 2) Stabilimenti di ricondizionamento di Devices Tecnologici e recupero per il riuso di Chip e schede Madre. Oggi agire è la priorità o rischieremo non solo di essere il vaso di argilla tra i vasi di acciaio, ma di rimanere senza chip e tecnologia per i prossimi anni, visto l’acuirsi delle tensioni tra le 2 mega potenze.

Stefano Petrillo – Chief of Procurement Prestige Group srl

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