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Payback, il direttore commerciale della Sismed srl, Oreste Iavazzo: «Paghiamo noi e la filiera»

La Sismed srl nasce nel 1986 sotto la guida di Giuseppe Iavazzo ed Antonella Longobardi. Si occupa di distribuzione ospedaliera ed assistenza tecnica. È anche importatrice ed esclusivista nazionale per un dispositivi medico per il trattamento e la cura dell’emicrania, di un dispositivo medico inteso come sistema modulare per ricreare teatri operatori in studi medici.

«L’impatto del payback per i soli primi quattro anni che vanno dal 2015 al 2018 compresi per la nostra azienda supera il milione di euro – spiega il direttore commerciale Oreste Iavazzo-. Fermo restando che la legge è anticostituzionale, fatto riconosciuto anche da chi ha pensato e creato questa legge, crediamo che la cartella che ci siamo visti consegnare poco prima di Natale, il 22, contenente il calcolo delle fatture selezionate dalle varie Asl ed Aziende ospedaliere sia errato. La cartella comprende sia i beni durevoli che quelli monouso che i dispositivi di protezione individuale, abbiamo quindi inviato richiesta di accesso agli atti ma ad oggi non abbiano ancora ricevuto risposta».

Nessun dubbio, dunque, sull’impatto sui conti dell’impresa. «Dico soltanto che non solo le nostre aziende sono a rischio – afferma – ma anche tutta la filiera che ci circonda. Penso al settore dell’automotive, agli spedizionieri, ai vari consulenti legali, commerciali, alle imprese di pulizia e via discorrendo». Una situazione che potrebbe avere effetti importanti anche sulle piante organiche. «La nostra, come tante altre pmi del comparto sanità – prosegue Iovazzo – è una impresa prettamente familiare. Siamo tutti coinvolti in prima persona».

Il direttore commerciale della Sismed sintetizza così la situazione in cui vengono messe le imprese dalla normativa. «Partecipo ad una gara d’appalto al prezzo più basso – spiega – e con quantitativi imposto dall’ente ospedaliero. Consegno su richiesta e con ordini la merce che viene utilizzata dai medici, infermieri ecc. La merce spesso è volentieri viene fornita in conto deposito cioè attiviamo nelle varie strutture ospedaliere dei depositi che curiamo e gestiamo a nostre spese e l’ospedale ordina solo il materiale utilizzato e correttamente scaricato attraverso etichette e software gestionali. A volte le gare durano più della scadenza e noi non possiamo neanche aggiornare i prezzi che i nostri fornitori aumentano. All’improvviso dopo otto anni lo Stato e di conseguenza la Regione mi chiede di restituire una cifra che non devo poiché le regioni hanno splafonato i tetti di spesa (fra i più bassi in Europa) e mi obbliga a ripagare l’Iva già pagata. Gentilmente mi concede che questa seconda Iva possa recuperarla un pochino alla volta nel corso degli anni. Se non si cancella questa norma sarà il servizio sanitari nazionale ad essere cancellato e circa 112.000 famiglie senza più un lavoro».

Oreste Iavazzo confida nelle aperture del Governo. «Stiamo collaborando molto col governo Meloni e con i suoi referenti regionali. Ci aspettiamo l’abrogazione della legge e che riescano a trovare le cifre mancanti per tutti gli anni pregressi vale a dire 2015-2022. Quello che non riesco a capire è il silenzio di tutte le altre forze politiche su un tema sociale economico e lavorativo che coinvolge centinaia di migliaia di famiglie. L’orso in Trentino ha più potere mediatico della fine del Ssn».

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