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Le parole sono importanti

Le parole sono importanti, ma spesso ce lo dimentichiamo. Per colpa della smania di apparire, o del dover dire qualcosa ad ogni costo. La politica da tv-show è vittima di questo male incurabile. Complici i social, però, anche la gente “comune” sembra affetta da questa corsa al dover esserci. Colpiscono per esempio le parole dei parenti delle ragazzine coinvolte in un episodio di bullismo a Barletta: entrambe le parti in causa, i genitori della vittima e quelli della ragazza che alzava le mani, hanno chiesto di bloccare la diffusione del video. Come se il problema fosse internet.

Poi prendete lo stimato epidemiologo Pierluigi Lopalco: per giustificare il suo addio alla lista di Michele Emiliano, ha detto di «non accettare il trasformismo». Proprio lui, che in due anni si è trasformato da medico in star televisiva, poi in assessore e politico, ci informa che «populismo e trasformismo sono i mali della politica italiana». Forse sarebbe corretto dire della società tutta, compresa l’informazione, gli epidemiologi, i virologi, che ieri non sapevamo nemmeno esistessero e oggi ce li ritroviamo sui giornali, in tv e in libreria. Oppure prendete il coordinatore nazionale Antonio Tajani, l’eterno delfino, che ha detto che Emiliano è “invasivo” (perché gli sottrae un consigliere regionale) e lo dice mentre annuncia che Forza Italia porta a casa un consigliere del gruppo misto, un sindaco di paese e un vicepresidente di Provincia. Dov’è la differenza?
Purtroppo la politica è così da molti anni: c’è chi cambia maglia perché ha cambiato idea, e chi lo fa solo per interesse personale. Forse, prima di criticare gli altri, bisognerebbe guardarsi allo specchio. E ricordare che le parole sono importanti. Vale per noi giornalisti, per i politici, per la gente. Vale per tutti.

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