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Non ignorare i segnali della gente

Divisi ma non avversari, alle elezioni amministrative, Michele Laforgia e Vito Leccese andranno al voto con liste distinte come candidati sindaco del centrosinistra. È vero, esiste un avversario comune, il centrodestra che è arrivato a un nome unitario: Fabio Romito.

Ma non possiamo ignorare che ci sono obiettivi politici differenti. L’ambizione della candidatura unica è stata evidentemente un esercizio troppo difficile da praticare per il Pd pugliese, che a questo passo forse non è mai stato pronto.

Ciò che si è percepito ieri, dopo l’ufficializzazione del comunicato congiunto, è stato disorientamento. A cui aggiungeremmo anche una buona dose di incredulità, perché agli elettori è stato subito svelato l’inevitabile destino che li attende: il ballottaggio. Peccato. Perché, a furia di dividersi, il centrosinistra si sta autoerodendo.

Viene da chiedersi: come fanno le differenze che hanno portato a questa “decisione condivisa” a essere considerate più importanti della deriva che sta prendendo Bari? Mettere continuamente i puntini sulle “i” è davvero più importante dello choc che sta vivendo la comunità barese? E si sta considerando il peso economico dell’enorme incertezza che sta ricadendo su investitori e imprese?

Certo, la politica è politica e farla “con metodo” merita il massimo rispetto, ma in tempi così mediocri questa “prova” poteva essere risparmiata a chi un percorso più semplice se lo meritava. E a chi ci ha visto qualche accenno di “celodurismo”, non si può dare proprio torto.

Giugno è domani e la colonna sonora per la Bari che verrà non può davvero essere “Sarà quel che sarà” di Tiziana Rivale. Tante e tanti baresi lanciano segnali di attenzione e allarme a chi governa da vent’anni perché non venga gettato alle ortiche quanto di buono costruito con sacrifici e speranze.

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