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Sballi e pupe

Facciamo finta di voltarci dall’altra parte quando le cosiddette buone pratiche sociali vanno a farsi benedire. Non sia mai a mettersi in mezzo. Per carità! Dal trovarsi a difendere qualcuno a finire su un lettino del pronto soccorso basta un attimo.

Eppure c’è un mondo verso il quale dovremmo volgere quotidianamente il nostro premuroso sguardo. È il mondo degli adolescenti sempre più perturbato ed offeso dal becero consumismo, consumato dall’anaffettività familiare e sociale. Ormai si è adolescenti già a dieci anni e si rischia di rimanerlo fino a trenta e oltre.
I motivi sono tanti. A cominciare dalla famiglia di appartenenza spesso sgretolata, abbattuta, appassita dietro una faticaccia boia per arrivare a fine mese. Il Papà spesso assente, la Mamma che si preoccupa solo dello “stato fisico”. Raramente un genitore si ritrova a parlare con la figlia, il figlio per chiedergli: “Ma tu sei felice?”.
E la Scuola? Già, la Scuola; ovvero un miracolo in terra che ogni santo giorno prova a mettere pezze dove non c’è più stoffa. La situazione è tragica. Chiunque abbia a che fare con adolescenti e giovanissimi non potrà che darmi ragione. La pigrizia, la solitudine, la reiterazione di atteggiamenti da branco, ma soprattutto la rassegnazione, sono estenuanti, ingiuste, insopportabili. Ed è da queste premesse che, a cascata, prorompono – ad esempio – i gravi episodi di bullismo e razzismo che sempre più spesso attraversano le fasce verdi della nostra comunità. Lì dove una volta c’era (forse) rispetto reciproco oggi troviamo violenza gratuita, animi esacerbati e sguardi di fuoco. Ebbene quel fuoco non lo spegneremo se prima non saremo capaci di assicurare a quegli occhi già stanchi un modello positivo, una prospettiva migliore, un futuro divertente. E leggero.

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