Home Puglia BAT Aggressioni al personale sanitario, a Barletta arrivano gli infermieri “anti violenza”

Aggressioni al personale sanitario, a Barletta arrivano gli infermieri “anti violenza”

Ha preso il via dal “Dimiccoli” di Barletta, in Puglia, il progetto sperimentale di accoglienza degli infermieri di “processo”, cui spetta accogliere i pazienti e gestire la comunicazione con familiari o caregiver, per far fronte agli episodi di violenza negli ospedali e nei pronto soccorso. Si tratta di un professionista che conosce bene quel luogo e le sue dinamiche.

Il suo posto è fra la sala d’attesa e il triage, da dove aggiornerà i familiari sull’iter clinico-diagnostico-terapeutico intrapreso, con informazioni puntuali e costanti, e alle richieste dei pazienti in attesa.

I tempi

L’attività sarà garantita per l’intero periodo di permanenza del paziente in Pronto Soccorso, dall’ingresso fino alle dimissioni o al ricovero. Il servizio è attivo dalle 8 alle 20 ogni giorno e dal 1° novembre sarà partirà al Bonomo di Andria e al Vittorio Emanuele II di Bisceglie. «Il personale infermieristico impegnato in questa preziosa attività, volta a migliorare il processo informativo e quindi a prevenire atti di violenza a danno degli operatori sanitari e sociosanitari è adeguatamente formato, come del resto tutti gli 800 dipendenti dell’Asl Bt che lavorano nelle aree qualificate come ad alto rischio di aggressione», dice Danny Sivo, responsabile della gestione della sicurezza. «Sfruttando le competenze sviluppate in ambito di emergenza urgenza – prosegue il direttore dell’Emergenza-Urgenza Giuseppe Dipaola – l’infermiere dedicato all’accoglienza potrà fornire a parenti e pazienti informazioni cliniche in tempo reale riducendo situazioni potenzialmente pericolose».

Quello che serve

«Siamo la prima Asl in Puglia a prevedere nei Pronto Soccorso la presenza di una figura competente e formata ad accogliere i pazienti e i rispettivi familiari», dice con orgoglio la direttrice generale della Asl Bt Tiziana Dimatteo. La comunicazione costante con i pazienti, organici adeguati, l’ottimizzazione dei percorsi interni con i reparti e l’attivazione di un sistema di videosorveglianza sarebbero, aggiunge Dimatteo, «un efficace strumento di prevenzione e protezione del personale».

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