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A Bari curarsi è un’odissea: meno del 30% delle visite nei tempi previsti dalla legge

L’abbattimento delle liste di attesa nella Asl di Bari resta un miraggio lontano per la maggior parte dei cittadini del capoluogo.

Esaminando i numeri forniti dalla Cisl provinciale, che nei prossimi giorni presenterà una serie di iniziative e proposte concrete a supporto dei cittadini per fare valere il loro diritto alla salute, le percentuali di visite effettuate nei tempi previsti dalla legge sono impietose. Soprattutto se confrontate con quelle delle Asl dell’Emilia Romagna.

A Bari solo il 20,83% delle visite cardiologiche risultano espletate nei tempi di attesa fissati dalle norme di legge. Per lo stesso tipo di prestazione nella Asl di Bologna la percentuale di visite effettuate nei tempi sale al 99%, il 93% se ci si sposta a Parma. Non va meglio per le visite ginecologiche: a Bari solo il 9,38% delle prestazioni brevi viene fatta entro i 15 giorni previsti, mentre a Bologna sono il 57%, a Parma il 91%, e a Reggio Emilia il 98%.

Prendendo in considerazione le visite pneumologiche urgenti a Bari solo il 7,7% viene effettivamente erogata entro le 72 ore previste dalla normativa, percentuale che si scontra con il 70% di Bologna, il 100% a Parma e il 65% a Reggio Emilia. Per una visita oncologica urgente (sempre entro 72 ore) solo il 33,3% rispetta i tempi a Bari mentre il 100% a Bologna, Parma e Reggio Emilia. Una visita oncologica classificata come breve, quindi da fare entro 10 giorni a Bari ha una percentuale del 14,4% contro il 70% di Bologna, il 97% Reggio Emilia e il 64% a Parma. Non va meglio per le mammografie prescritte come brevi, entro 10 giorni: Bari 32,14%, Bologna 100%, Reggio Emilia 67% e Parma 85%. Tirando le somme la Asl di Bari riesce a effettuare nei tempi previsti meno del 30% delle prestazioni sanitarie, con una media di 49 giorni di attesa quando va bene.

La lentezza nell’accesso alle cure ha anche una ripercussione sull’aspettativa di vita dei cittadini baresi. Se prendiamo come esempio un cittadino del quartiere San Paolo che è una delle periferie dove sussiste un livello molto alto di deprivazione lavorativa, economica e sociale, rispetto a un analogo quartiere di Bologna o di Torino l’aspettativa di vita media è di 4-5 anni in meno. Ma lo scenario cambia pure rispetto a quartieri del capoluogo più centrali e con un reddito medio più alto. Chi ha disponibilità economiche maggiori può aggirare il sistema pagando per una visita in seno al privato.

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