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Comunali, chi vince e chi perde. Bene il centrosinistra dove si presenta compatto

Ballottaggio a Barletta, vittoria netta del centrosinistra a Taranto. Le due più importanti città pugliesi chiamate al voto amministrativo consegnano diversi spunti di riflessione ai partiti. Soprattutto al centrosinistra. Il punto di partenza era opposto: nella Bat era il centrodestra chiamato a confermare il primo cittadino uscente, Cosimo Cannito; a Taranto, invece, spettava al sodalizio Pd-M5s-Verdi-liste civiche, riconsegnare Palazzo di città a Rinaldo Melucci. Fatta questa differenza, il risultato di ieri conferma come l’unità o meno dell’area progressista abbia fatto la differenza. Intorno alla candidatura di Rosa Scommegna a Barletta, si ricorda, sono esplose le divisioni interne al Partito Democratico. Una candidatura sostenuta fortemente da Michele Emiliano e dal segretario regionale del partito, Marco Lacarra, ma non da Movimento Cinque Stelle e Sinistra Italiana, alleati potenziali nell’ottica di replicare a livello locale quanto si sta delineando a livello nazionale.

Un passaggio che fece andare su tutte le furie la segreteria nazionale del Pd. Nasce qui il secondo commissariamento della segreteria regionale, dopo quello di Riccardo Tramontana, che ha consegnato a Francesco Boccia il compito di rimettere insieme i cocci e portare tutti a congresso. Il voto a Barletta, quindi, lascia l’ amaro in bocca al centrosinistra che dovrà affrontare un ballottaggio che, probabilmente, poteva essere evitato qualora si fosse raggiunta una sintesi. Rosa Scommegna, infatti, si è fermata al 35,84% mentre Maria Angela Carone, candidata del M5s, al 2,67% e Carmine D’Oronzo, sostenuto da liste civiche e da Sinistra Italiana, al 18,66%. La stessa candidata del Pd non ha nascosto questo aspetto nella sua analisi appena sono emersi dati significativi. «Uniti avremmo vinto al primo turno – ha affermato-. Ora ci giochiamo questa partita del ballottaggio, siamo già pronti per partire. Ci sono ancora due settimane ma ce la faremo». Rosa Scommegna ripartirà dalla seconda posizione, visto che Cosimo Cannito ha raccolto il 42,83% dei consensi.

Dove invece è stata trovata la sintesi è a Taranto e il risultato racconta una storia molto diversa e, secondo Michele Emiliano, anche una proposta politica per il governo del Paese, con il campo progressista allargato al civismo. Dalle prime ore del pomeriggio, il presidente della Regione è stato a Taranto nel comitato di Melucci, insieme a Marco Lacarra e ai parlamentari Ubaldo Pagano e Michele Bordo. «È uno dei risultati più importanti d’Italia – ha sottolineato il presidente della Regione – perché qui la coalizione si è presentata nella stessa formazione della Regione Puglia e, lo diciamo chiaramente, quella che ci auguriamo possa governare l’Italia alle prossime elezioni politiche. Il Partito democratico ha una capacità di attrazione del civismo, ma entra anche in una relazione positiva con il Movimento Cinque Stelle». Rinaldo Melucci, dal canto suo, ha sottolineato il clima difficile della campagna elettorale. «Non volevamo far ripiombare Taranto negli anni bui – ha affermato-. Credo che la città abbia premiato anche il nostro stile. Bisogna rimettersi al lavoro perché abbiamo perso già tanto tempo. Non è tanto una performance sul nome del candidato sindaco o sul brand dei vari partiti ma rispetto al lavoro fatto in questi anni».

Il centrodestra non coglie le opportunità

La coalizione che va da Fratelli d’Italia a Forza Italia non è riuscita ad approfittare, laddove ci sono state, delle divisioni degli avversari per “strappare” al primo turno qualche grande comune. È sempre Barletta la piazza dove provare a portare a casa una vittoria significativa da contrapporre, idealmente, a quella del del centrosinistra a Taranto. Perdere la città della Disfida che ha governato negli ultimi cinque anni, firmerebbe definitivamente con la parola “debacle” queste amministrative per il centrodestra pugliese.

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