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Mascherine dalla Campania: InnovaPuglia nella bufera

Non si fermano le polemiche intorno alla fabbrica di mascherine della Regione Puglia, chiusa di recente dopo un solo anno di attività nel 2021 e finita sotto la lente della Procura di Bari. Un colossale flop costato oltre dieci milioni di euro fra realizzazione del capannone, acquisto dei macchinari, ingaggio dei 12 dipendenti attraverso una ditta esterna.

Nata nel pieno dell’emergenza Covid, oggi la fabbrica si può ritenere a tutti gli effetti un’operazione a perdere. Innanzitutto per i costi fuori mercato sostenuti sin dall’inizio per confezionare le mascherine, fino a un euro e 40 centesimi l’una, decuplicati rispetto ai valori di mercato.

Dispositivi “d’oro”, insomma, che secondo la Protezione Civile avrebbero dovuto garantire l’autosufficienza a ospedali e strutture sanitarie pugliesi. Invece la produzione media di 40mila pezzi al mese è stata donata in beneficenza solo a una piccola parte di ospedali, tribunali, scuole e forze dell’ordine. Di qui la chiusura in fretta e furia della fabbrica pubblica ricavata nell’ex Ciapi. Un nonsense istituzionale, visto che l’attività commerciale è vietata alle amministrazioni pubbliche.

Dallo scorso gennaio, infatti, l’agenzia InnovaPuglia ha delegato all’omologa centrale acquisti della Campania l’approvvigionamento delle mascherine per la sanità pugliese. Una necessità dettata dal risparmio che in questi casi impone di aggregarsi a gare già avviate per evitare aumenti di costi e rischi nell’aggiudicazione. Da dieci mesi, in pratica, la Puglia paga ogni mascherina circa 20 centesimi l’una. Di qui l’attacco inevitabile delle opposizioni. «Con il presidente Emiliano non ci si annoia mai -osserva Francesco Ventola, futuro capogruppo di minoranza di Fratelli d’Italia – Nel caso della fabbrica delle mascherine entriamo nel tragicomico: siamo partiti con Emiliano sulla pista dell’aeroporto di Palese ad accogliere i cargo che arrivavano dalla Cina con tonnellate di Dpi. Una genialata, si disse, peccato che in Oriente si dovevano rispedire visto che poi ci si è resi conto che la maggior parte di quel materiale (pagato chissà quanto e non è mai stato possibile saperlo) non era omologato».

«A seguire – aggiunge Ventola – la nuova idea originale a spese dei pugliesi è stata la fabbrica delle mascherine annunciata in pompa magna dal capo della Protezione civile nazionale, Figliuolo, e regionale, Lerario. Non sappiamo cosa ne pensa oggi Figliuolo di questa incredibile situazione, mentre a Lerario altre istituzioni lo stanno chiedendo per noi. Al peggio, però, abbiamo unito il fallimento dell’ospedale in Fiera e oggi scopriamo che InnovaPuglia, delega un’altra centrale di committenza, Soresa, quella della Regione Campania, a comprare le mascherine. Perché? Innovapuglia non è più in grado di farlo o Emiliano ha deciso di dismetterla?».

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