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Pd, nasce il “Team Elly”: Boccia in pole ma il partito rischia la scissione

Giovani, molte donne e altrettanti volti nuovi. Ma anche vecchie conoscenze, dirigenti di peso ed ex di altri partiti. All’indomani delle primarie, che hanno decretato il trionfo della deputata Elly Schlein sul presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il nuovo gruppo dirigente del Partito democratico prende forma. E in quello che molti hanno già battezzato “Team Elly”, in omaggio alla formazione cosmopolita e all’esperienza nella campagna elettorale di Obama vantate dalla neo-segretaria nazionale, dovrebbero trovare posto anche pugliesi come il senatore Francesco Boccia, l’attivista Titti De Simone e Marco Furfaro, pistoiese ma in passato vicino a Nichi Vendola. Intanto, però, già arrivano i primi distinguo da parte dei centristi che non si riconoscono nel programma di Schlein: Beppe Fioroni, tra i fondatori del Pd, dà vita a un nuovo network destinato a riunire i cattolici e i democratici.

Dopo il trionfo di domenica sera, ieri la neo-segretaria dem ha varcato per la prima volta la soglia del Nazareno, sede romana del Pd, dove ha incontrato il leader uscente Enrico Letta per il passaggio di consegne. «Lo sforzo è lavorare per la massima unità e per il rilancio», ha detto Schlein prima di annunciare l’imminente apertura del tesseramento e una riunione della sua squadra per definire le strategie.

Già, la squadra. Del nuovo direttivo del Nazareno dovrebbero far parte donne e giovani rivelatisi determinanti, alle primarie, per ribaltare il verdetto dei circoli, che invece era stato favorevole a Bonaccini. A guidare il gruppo alla Camera potrebbe essere sempre una giovane donna: in pole Chiara Braga, Chiara Gribaudo e Michela De Biase. Al Senato, invece, il compito di guidare i dem dovrebbe toccare al pugliese Francesco Boccia, favorito anche per un ruolo da coordinato del “Team Elly”, così “premiato” per l’impegno a favore di Schlein in una regione per buona parte schierata con Bonaccini. Folta dovrebbe essere la pattuglia degli “esterni”, tra i quali il sindaco bolognese Matteo Lepore, l’ex sardina Mattia Santori e l’attivista pugliese Titti De Simone, consigliera del governatore Michele Emiliano. È legato invece a Nichi Vendola, col quale ha fondato Sinistra e Libertà nel 2009, il deputato Marco Furfaro, per il quale è pronto il ruolo di portavoce. A completare la squadra saranno gli ex di Articolo Uno, come Arturo Scotto, e big del Pd come l’ex segretario nazionale Nicola Zingaretti e gli ex ministri Andrea Orlando e Dario Franceschini.

La svolta a sinistra del Pd, però, rischia di portare a una scissione. Il primo a manifestare malessere è Beppe Fioroni, tra i fondatori del partito, che annuncia la nascita del network Piattaforma Popolare: «È un Pd distinto e distante da quello che avevamo fondato e metteva insieme culture politiche diverse dalla sinistra al centro, con cattolici democratici, popolari e Margherita. Oggi legittimamente diventa un partito di sinistra che nulla a che fare con la nostra storia, con i nostri valori e la nostra tradizione». A dire no a qualsiasi scissione, però, è Michele Emiliano. Il governatore ha sostenuto Bonaccini che non a caso, in Puglia, si è imposto col 55% dei voti e punte del 61 e del 63 rispettivamente nel Barese e nel Foggiano. Ora, sebbene il “suo” candidato sia stato sconfitto, Emiliano impone l’altolà a qualsiasi “fuga” dal Pd: «La cosa più importante è rimanere uniti, non farsi prendere da strane idee e continuare a lavorare insieme come hanno fatto durante questo periodo delle primarie».

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