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Stop alla pesca dei ricci di mare, il Governo impugna la legge. Pagliaro: «La Puglia tuteli i suoi mari»

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro Calderoli, ha impugnato la legge regionale pugliese sul fermo pesca dei ricci di mare per tre anni perché violerebbe il comma 2 dell’articolo 117 della Costituzione in quanto si porrebbe in contrasto con la normativa statale, internazionale ed europea in materia di mare e ambiente.

Appresa la notizia, il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia domani e promotore della legge, si appella alla Regione affinché «difenda una legge approvata all’unanimità dal Consiglio regionale» e in vigore dal 5 maggio scorso.

«La mia proposta di legge – ricorda Pagliaro – è stata condivisa e sottoscritta dal presidente Emiliano e da 49 consiglieri regionali. È stata accolta con entusiasmo dai cittadini pugliesi e da tutti quelli che amano il mare, dalla Guardia costiera, dagli ambientalisti, dal mondo della scienza, dai ristoratori e dagli stessi pescatori autorizzati che ormai trovano ben poco sui fondali desertificati».

Il capogruppo de La Puglia domani spiega che la legge «nasce da evidenze scientifiche: sui nostri fondali i ricci di mare sono pressoché estinti, e questo determina la proliferazione incontrollata delle alghe e la scomparsa di altre specie ittiche. Perciò – prosegue – ribadiamo la necessità di fermare la pesca dei ricci di mare per i prossimi tre anni, come la nostra legge stabilisce disponendo il divieto di prelievo, raccolta, detenzione, trasporto, sbarco e commercializzazione degli esemplari di riccio di mare e dei relativi prodotti derivati freschi fino al 2026. Ci siamo mossi nel solco del settore della pesca, che è di competenza regionale come più volte affermato dalla stessa Corte costituzionale».

Pagliaro ha anche incontrato il ministro dell’Ambiente, Pichetto Fratin, «per sensibilizzarlo sulla difesa di una specie che non possiamo lasciar estinguere e che anzi dobbiamo impegnarci a ripopolare, e per chiedergli che il fermo pesca dei ricci di mare possa essere esteso all’intero territorio nazionale come già è avvenuto per le oloturie». Il consigliere regionale afferma poi che «i controlli stanno dando frutto con le sanzioni nei confronti dei trasgressori, ma dalla Guardia costiera registrano una diminuzione dei sequestri rispetto agli anni passati quando era in vigore il fermo pesca dei ricci nei mesi di maggio e giugno. Segno che l’attenzione mediatica attorno alla nostra legge ha funzionato come campagna di sensibilizzazione per far comprendere il danno prodotto dai pescatori di frodo e della domenica».

In attesa che la Corte costituzionale si esprima la legge regionale pugliese resta in vigore.

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