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Alta tensione tra Azione e Pd: il rimpasto blocca il Consiglio regionale della Puglia

Continuano le tensioni nella maggioranza in Regione Puglia dopo che nell’ultimo Consiglio il voto sul referendum aveva fatto intravedere una ritrovata compattezza. A creare fibrillazioni stavolta è l’imminente rimpasto della giunta regionale che il governatore Michele Emiliano dovrebbe portare in porto nella settimana entrante. In quella appena passata, invece, dal palazzo sono risuonate echi di scontri interni ai gruppi di centrosinistra. Ai ferri corti sono finiti il gruppo di Azione e il Pd.

Le fibrillazioni

In particolare i calendiani per bocca del capogruppo Ruggero Mennea rivendicano un assessorato e il riconoscimento del loro apporto all’alleanza dei governo, a partire dal voto contrario di maggio scorso contro la mozione di sfiducia a firma del centrodestra nei confronti del presidente Emiliano all’indomani delle inchieste giudiziarie sulla compravendita di voti. Un appoggio che ora Azione, dopo il rientro nel campo largo del leader Carlo Calenda, vuole capitalizzare.

Di traverso, però, s’è messo proprio il Pd che minaccia di far saltare il banco nel caso in cui Emiliano dovesse assecondare le richieste di Azione. La riprova s’è avuta nei giorni scorsi, durante le sedute delle Commissioni consiliari chiamate a riapprovare il Defr, il documento di economia e finanza che era stato bocciato nelle due sedute di Consiglio di fine luglio. Ebbene anche stavolta il Defr ha incassato il voto sfavorevole della sesta e della settima Commissione a causa di diverse defezioni, alcune delle quali registrate nel gruppo dem.

Di più, giovedì scorso era convocato il Consiglio regionale, poi rinviato per la scomparsa del vigile del fuoco Antonio Cicorelli e per consentire la partecipazione delle autorità regionali ai funerali. Ma a seguito delle frizioni interne non è stato possibile fissare una nuova seduta nonostante l’urgenza: il 2 ottobre la Corte dei Conti, che aveva sollecitato a più riprese l’approvazione del Defr, si esprimerà sulla cosiddetta parifica del bilancio regionale. Un clima incerto e infuocato, insomma, che non lascia presagire nulla di buono.

I Cinque Stelle

Ad aggravare il quadro i mal di pancia dei Cinque Stelle, in procinto di rientrare in maggioranza dopo l’esilio forzoso da aprile scorso all’indomani degli scandali giudiziari. Il gruppo di pentastellati ha chiesto non uno ma due assessorati per tornare ad appoggiare in pianta stabile l’alleanza di governo. Aspirano all’ingresso in giunta la consigliera Rosa Barone, alla quale Emiliano ha lasciato “in caldo” la poltrona del Welfare, e Grazia Di Bari, ex consigliera delegata alla Cultura, sostituita allo stesso assessorato da Viviana Matrangola.

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