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Bari, il caso Ferri spacca il Comune: «Ora un tavolo per la legalità»

L’arresto di Francesca Ferri, consigliera comunale imputata per diversi reati tra cui voto di scambio, crea imbarazzo a Palazzo di Città. Imbarazzo che, però, non si trasforma in omertà. Perché, sì, le accuse che hanno portato all’incarcerazione di Ferri e del compagno Filippo Dentamaro sono gravi e hanno lasciato tutti senza parole, ma in aula Dalfino si respira un clima di fiducia nell’azione della magistratura, come tutti hanno sottolineato, a partire dal capogruppo del Partito democratico (Pd), Marco Bronzini. C’è, però, chi è preoccupato per coloro che pagheranno le conseguenze di questa inchiesta, come Michele Picaro, consigliere di Fratelli d’Italia (FdI), che teme un ulteriore allontanamento delle persone dalla vita politica, impressionate da notizie del genere. Ma c’è anche chi, pur non entrando nel merito, ricorda di aver proposto un tavolo per la legalità. Proposta rimasta inascoltata ma che, a detta di Italo Carelli, portavoce del Movimento5Stelle (M5S), «avrebbe messo il Comune in una condizione di giudizio diversa».

D’altronde, non poteva essere diversamente. La donna, entrata in Consiglio comunale nel 2019 candidata col centrodestra a sostegno di Pasquale di Rella (non indagato), era passata celermente in maggioranza. La sua lista era quella di “Italia Popolare”, vicina a Massimo Cassano. Lo scandalo cade quindi come un fulmine a ciel sereno su Palazzo di città. Anche perché, secondo l’iter giuridico-amministrativo, la consigliera dovrebbe essere ora temporaneamente sospesa e surrogata dal primo dei non eletti della sua lista. Ma l’inchiesta, denominata “Valenza”, impressiona soprattutto chi, come Bronzini (Pd), ha fatto della legalità un pilastro della propria azione politica. «Sono pienamente fiducioso nell’attività della magistratura – ha dichiarato Bronzini – Il processo deve fare il suo corso e porterà alla verità. Ma la vicenda giudiziaria, per ora rimane aperta e non ci sono condizioni per esprimere giudizi perentori». Dello stesso avviso è anche l’opposizione. In particolare, Picaro (FdI) afferma di avere «piena fiducia nella magistratura» che sta svolgendo le indagini. «Non entro nel merito della vicenda – commenta Picaro – ma il mio timore più grande è che questo genere di notizie allontanino sempre di più le persone dalla politica. Noi, come FdI, constata la distanza della gente dalla politica, stiamo cercando di fare proprio il contrario, aprendo circoli cittadini e facendo comunità. Ma inchieste come queste sono una minaccia per la partecipazione». Carelli (M5S), invece, ricorda come, da molto tempo, in Consiglio comunale sia entrata la proposta di istituire un Tavolo per la legalità. Idea che è rimasta solo al livello di proposta e non è mai stata approvata. «Abbiamo cercato per ben due volte – racconta il portavoce pentastellato – a convincere Decaro e la sua maggioranza ad approvare il Tavolo, la prima volta con una proposta di Elisabetta Pani, la seconda con una proposta firmata da me stesso». L’istituzione del Tavolo per la legalità è stata una proposta, d’altronde, sottoscritta da tutti i candidati alla carica di sindaco nel 2019. «In questo modo – prosegue Carelli – si sarebbe potuto dare da tempo un segnale di lotta alla corruzione e soprattutto alla odiosa pratica del reato di voto di scambio». Il consigliere a 5 Stelle guarda poi, allo scenario nazionale, chiedendo al Parlamento «di inasprire le pene per i politici condannati per reati collegati al loro mandato e di eliminare la prescrizione per corruzione, concussione, tangenti e voto di scambio».

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