Tra i beni del valore di 300mila euro, sequestrati oggi nell’inchiesta “Market Drug” della Dda di Bari, a Domenico Conte di Bitonto, ritenuto a capo dell’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti c’è «un immobile di edilizia popolare occupato senza titolo, completamente ristrutturato e diventato una lussuosa dimora dotata di ogni comfort, arredata con mobili e oggetti di ingente valore, nonché munito di un reticolato di telecamere per controllare l’area». Lo rendono noto i carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Bari che oggi hanno dato esecuzione al provvedimento del gip.
Sequestrati, inoltre, dieci rapporti finanziari, due auto e un appartamento in via Sandro Pertini, una delle due zone in cui, secondo l’accusa, sarebbe avvenuto lo spaccio di droga a Bitonto.
«Il provvedimento accoglie la proposta della Dda della procura della Repubblica di Bari, formulata sulla base degli accertamenti patrimoniali effettuati dalla sezione specializzata del Reparto operativo di Bari che hanno ricostruito sia la carriera criminale del proposto sia gli introiti dell’intero nucleo familiare, fornendo un quadro indiziario sull’illecita provenienza della ricchezza accumulata negli ultimi 10 anni e che costituirebbe il compendio del traffico di droga», spiegano gli investigatori in una nota.
«Il risultato odierno rappresenta un’ulteriore conferma che la criminalità organizzata va contrastata non solo attraverso prevenzione e repressione, ma anche attente e scrupolose indagini di natura finanziaria e patrimoniale, preziosi strumenti attraverso i quali vanno combattute le nuove, e più subdole, forme di manifestazione delle mafie», concludono gli investigatori.
