Home Puglia Bari Pulizia dei treni, Dussmann licenzia: in 13 rischiano a Bari

Pulizia dei treni, Dussmann licenzia: in 13 rischiano a Bari

La Dussmann Service, società che gestisce i servizi di pulizia dei treni Intercity di Trenitalia, ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per oltre 120 lavoratori in tutta Italia, tra cui 13 pulitori baresi.

L’impianto del capoluogo, infatti, già in crisi da diversi mesi a causa della decisione di Ferrovie dello Stato di trasferire alcune lavorazioni in altri cantieri (come Lecce e Milano), è tra quelli che stanno messi peggio. I lavoratori in esubero, stando a quanto sostiene l’azienda tedesca, sono infatti oltre la metà di quelli attualmente in servizio: 13 su 23 totali, tra operai e impiegati. Già dallo scorso maggio, infatti, i pulitori baresi hanno dovuto accettare il contratto di solidarietà, che prevede un abbassamento dell’orario di lavoro accompagnato da una corposa riduzione dello stipendio.

Tutto questo, però, sarebbe dovuto servire a garantire i livelli occupazionali del cantiere. Cosa che, per precise scelte commerciali della committenza, non sarebbe più possibile. Trenitalia, infatti, dopo aver spostato alcuni treni nell’impianto di Surbo (Lecce) e alcune lavorazioni pregiare in altri cantieri della Penisola, dal primo gennaio ha anche sospeso ogni attività di sanificazione a bordo treno. Questo ha comportato un’ulteriore perdita di introiti per la ditta appaltatrice.

«Attualmente – si legge nel documento che l’azienda ha inviato alle organizzazioni sindacali – la situazione della commessa risulta particolarmente critica anche in conseguenza di una riduzione delle attività previste dalla gara d’appalto e afferenti le cosiddette sanificazioni. Il venir meno di queste attività, aggravando la situazione di per se stessa già preoccupante, comporta un ulteriore peggioramento del disequilibrio economico e finanziario della commessa che costringere Dussmann Service ad avviare una procedura di licenziamento collettivo». Ora si attende la risposta dei sindacati che dovranno sedersi a un tavolo con l’azienda tedesca e cercare una soluzione a difesa dei posti di lavoro.

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