Home Attualità Indagine Boeing a Brindisi, Legambiente pronta a costituirsi parte civile

Indagine Boeing a Brindisi, Legambiente pronta a costituirsi parte civile

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Legambiente sta considerando la possibilità di costituirsi parte civile nell’inchiesta riguardante le forniture di componenti non a norma per i velivoli Boeing da parte di due società brindisine, qualora il procedimento dovesse sfociare in un processo. L’associazione ambientalista è particolarmente interessata al filone investigativo sui reati ambientali contestati a una parte dei sette indagati.

La vicenda

Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza e dalla Squadra Mobile di Brindisi, hanno portato alla luce tre capi di imputazione collegati allo sversamento di liquido speciale pericoloso nel terreno e nella falda. Il Pm Giuseppe De Nozza ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, indicando Boeing e Leonardo – Aerostrutture come parti lese, avendo riscontrato reati di frode in commercio, attentato alla sicurezza dei trasporti e inquinamento ambientale.

I reati contestati riguardano la fornitura di componenti per i Boeing 727 Dreamliner, come titanio e leghe di alluminio, non conformi ai requisiti tecnici dei contratti d’appalto. Per quanto concerne l’inquinamento ambientale, si contesta lo stoccaggio di rifiuti pericolosi in ambienti aziendali e lo svuotamento di 12 cisterne in pozzetti per acque meteoriche e su terreni esterni all’area aziendale fino a tre metri di profondità. Gli inquinanti rinvenuti includono sostanze cancerogene, sversate in falda dal 2021, con livelli di cromo 6,8 volte superiori alla soglia di contaminazione legale.

Gli sviluppi

Legambiente ha espresso pieno apprezzamento per il lavoro della Procura di Brindisi e degli organi di controllo ambientale: «Continueremo a seguire gli sviluppi dell’inchiesta, valutando la possibilità di costituirci parte civile nel procedimento penale». Oltre a Leonardo e Boeing, la Procura ha indicato come persone offese la società proprietaria di un terreno adiacente a quello di una delle aziende coinvolte, il Comune e la Provincia di Brindisi, la Regione Puglia e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

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