Home Puglia Europei di atletica, Puglia al top a Roma: Palmisano domina, Selvarolo sorprende

Europei di atletica, Puglia al top a Roma: Palmisano domina, Selvarolo sorprende

La Puglia al centro dell’Europa. La geografia politica non sarebbe la chiave giusta per comprenderne il significato, bensì quella sportiva e dell’atletica leggera in particolare. Delle 24 medaglie azzurre conquistate ai Campionati europei di Roma, 11 d’oro, 9 d’argento e 4 di bronzo, 3 sono farina del sacco pugliese. Un risultato decisamente esaltante, che ha contribuito a dominare il medagliere, evento mai accaduto nelle precedenti edizioni.

Specialisti delle lunghe distanze

Nella manifestazione continentale conclusa due giorni fa, la scuola del tacco d’Italia conferma di essere capofila delle lunghe distanze della mezza maratona e della marcia. E dispiace che della spedizione non abbia fatto parte pure Massimo Stano, che sta smaltendo un brutto infortunio per arrivare al meglio alle olimpiadi di Parigi che si apriranno tra 42 giorni. In Francia arriverà carico e voglioso di riscattare i quattro mesi in cui il campione olimpico di Tokyo è stato spettatore e non protagonista. L’Italia non ospitava gli Europei dal 1974, quando l’orgoglio della regione ricadde interamente sulle solide spalle del barlettano Pietro Mennea, che da solo vinse 3 delle 5 medaglie tricolore.

Il dominio della Palmisano

La prima, in ordine di tempo e di emozioni, ad avere regalato una medaglia non soltanto alla Puglia, ma alla nazione è stata Antonella Palmisano nella 20 chilometri della marcia. L’atleta di Mottola rispetta il pronostico che la vede in grande forma, come dimostra il tempo di in un’ora, 28 minuti e 9 secondi con cui taglia il traguardo avanti a tutte. Alle sue spalle, doppietta azzurra, la 38enne Valentina Trapletti, mentre la terza posizione appartiene all’ucraina Oljanovs’ka. L’azione decisa di Palmisano non concede nulla alle spaesate avversarie, che possono solo applaudire e ammirare la marcia estremamente elegante e prima di sbavature della mottolese. A fine gara una corona le cinge il capo, proclamandola regina della marcia. Calandosi nella parte salita poi con un grande sorriso appassionati e tifosi presenti allo stadio Olimpico. È chiaro che con questo stato di grazia la campionessa d’Europa e oro alle ultime olimpiadi di Tokyo abbia il piacevole dovere di riconfermarsi. Una responsabilità che chiunque sarebbe ben felice di gestire, perché questo è forse il momento più intenso della carriera, che sta vivendo assieme a Lorenzo Dessi nel duplice ruolo di allenatore e consorte.

Il bronzo di Fortunato

Il giorno dopo Palmisano a scendere in strada è stato l’andriese Fortunato, che ha conseguito uno splendido bronzo in 1’19”54. Avanti a lui lo svedese Kallstrom e lo spagnolo McGrath. Strade ben conosciute visto che l’allievo di Riccardo Pisani, ex marciatore e tecnico azzurro, vive da 10 anni a Roma. Il terzo posto conferma le buone prestazioni degli ultimi mesi, come quella del mondiale di marcia a squadre di Antalya, in Turchia, dove a inizio aprile ha vinto la 20 chilometri mista assieme a Trapletti. La prossima tappa sarà Parigi e servirà tenacia e costanza per arrivare ancora a medaglia e sfoggiare il tricolore così come fatto nella città eterna. Il futuro appare particolarmente radioso, come per i suoi compagni.

Oro nella mezza maratona

Il secondo oro è di Pasquale Selvarolo nella 21.097 chilometri della mezza maratona, il cui sesto posto individuale è fondamentale per la conquista del primo posto a squadre. La gara di Salvarolo, come Fortunato cuore e sangue andriese, è molto buona contro avversari di grande caratura. Il tempo di 1.01”27, può andare bene, ma è nelle sue corde coprire il percorso con un risparmio di 55 secondi, ovvero in 1’00”32 conseguito a Ravenna lo scorso novembre. Il muro dell’ora scricchiola pesantemente e l’idea è di abbatterlo entro fine anno a Valencia. L’obiettivo è però di preparare al meglio un possibile ingresso nella Maratona, anche per avere l’opportunità di partecipare alle Olimpiadi del 2028. La mezza maratona, infatti, resta esclusa dalle discipline dei cinque cerchi. L’alternativa sarebbe specializzarsi nei 10.000 metri, che per Selvarolo sarebbe come bere un bicchiere d’acqua. La sfida è di gareggiare in Maratona, ma per il passaggio bisognerà aspettare almeno il 2025. La scelta dovrà essere totalmente condivisa con il tecnico Incalza.

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