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Focaccia, panzerotti, panino col polpo o verdure: i turisti preferiscono lo street food made in Puglia

Dalla focaccia ai panzerotti, dal panino con il polpo fino alle alternative vegane con le verdure di stagione. Complice l’aumento dei prezzi, ma anche la necessità di ottimizzare i tempi nelle località turistiche e nelle città d’arte, il cibo di strada è il pasto preferito per sette turisti su dieci che hanno scelto di trascorrere le vacanze in Puglia. E, in questo contesto, il sempre più successo ottengono sagre, feste e iniziative di valorizzazione alimentare.

«Si tratta di un fenomeno storicamente presente in Puglia che sta vivendo una nuova stagione di successo anche grazie alle nuove tecnologie, perché concilia la praticità con il costo contenuto», sottolinea Coldiretti Puglia spiegando che «lo street food rappresenta per molti una alternativa valida per mangiare fuori in vacanza».

Alla crescita del fenomeno, però, «si accompagna paradossalmente una preoccupante perdita del radicamento territoriale e un impoverimento della varietà dell’offerta, ma anche il rischio di uno scadimento qualitativo con preoccupanti riflessi sul piano sanitario», spiega la Coldiretti regionale. «Si assiste, in particolare, ad una progressiva tendenza alla vendita nei centri storici di alimenti lontani dalle tradizioni gastronomiche locali, con un appiattimento e un’omologazione verso il basso che distrugge le distintività».

Ma «a sostenere il percorso di qualificazione dell’offerta alimentare in questo settore ci sono i mercati degli agricoltori che si sono diffusi in molte grandi e piccole città grazie alla Fondazione Campagna Amica che ha realizzato la più vasta rete di vendita diretta a livello mondiale. Una realtà in grado di soddisfare anche le recenti tendenze salutistiche con l’offerta di frutta presentata in tutte le diverse forme, dai centrifugati ai frullati, dagli smoothies ai pezzettoni, insieme alla classica fetta d’anguria. In questi mercati si trovano prodotti locali del territorio, messi in vendita direttamente dall’agricoltore nel rispetto di precise regole comportamentali e di un codice etico ambientale, sotto la verifica di un sistema di controllo di un ente terzo», conclude Coldiretti Puglia.

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