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San Severo, il braccialetto elettronico di Celeste non ha funzionato: il caso in Parlamento

Dopo il femminicidio di Celeste Palmieri, avvenuto lo scorso 18 ottobre a San Severo alcuni parlamentari delle opposizioni, tra cui la deputata della città dell’Alto Tavoliere, Carla Giuliano, componente della commissione Giustizia di Montecitorio in quota al Movimento 5Stelle, hanno rivolto un’interrogazione a risposta immediata chiedendo “chiarimenti sul funzionamento dei braccialetti elettronici”.

Il caso

Nel caso di Palmieri, lo strumento di prevenzione non ha funzionato come avrebbe dovuto, visto che l’alert con cui veniva annunciata la presenza, nei pressi, del marito da cui si stava separando, è giunto ai carabinieri e non alla donna. A rispondere in aula ieri alla Camera il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani: «Risultano essere attivi più di 10mila dispositivi, nelle loro diverse finalità applicative – ha detto – e sono in corso iniziative per razionalizzare il sistema degli allarmi provenienti dal braccialetto elettronico, al fine di consentire alle forze di polizia di intervenire rapidamente. Ieri l’altro – ha aggiunto – si è tenuta al Viminale una riunione tra i ministri dell’Interno e della Giustizia e sono stati ulteriormente approfonditi gli elementi di criticità connessi all’uso del braccialetto elettronico relativamente ai comportamenti di stalking».

Gli interventi

Ha poi puntualizzato che «sono stati condivisi interventi sul piano operativo e su quello normativo, per il superamento delle difficoltà. Le proposte sono state recepite dal fornitore del servizio, Fastweb -ha concluso – che sta ponendo in essere accorgimenti tecnici utili al più efficace funzionamento».

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