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In vigore la legge “anti-Cassano” ma nessuno firma il licenziamento

La legge anti Cassano è stata pubblicata sul bollettino ufficiale, ma il manager resta ancora in carica all’Agenzia per le politiche attive del lavoro (Arpal) in assenza della lettera di licenziamento da parte della regione Puglia. Una situazione kafkiana che vede in stallo la giunta regionale e l’ufficio personale.

Fino a giovedì, infatti, nessuno pare si sia voluto assumere la responsabilità di firmare la lettera per sollevare dall’incarico il manager cacciato per legge dal consiglio regionale. Un provvedimento di dubbia costituzionalità, come segnalato dall’avvocatura regionale e dall’ufficio legislativo del consiglio regionale, che rischia di finire dritto sotto la lente del Governo centrale.

Chi pagherà i danni economici qualora la Corte dei Conti intervenga a valle della rimozione illegittima? Di qui le difficoltà a trovare un volontario alla regione Puglia che metta la firma in calce ad un licenziamento sventolato in faccia al diretto interessato senza una giusta causa o uno straccio dei presupposti giuridici contenuti nel contratto di lavoro esistente fra l’ente regionale e Cassano in scadenza nel 2023.

Intanto giovedì scorso lo stesso Cassano ha convocato in assemblea sindacati e lavoratori di Arpal, accogliendo una lettera inviatagli dalla Cgil funzione pubblica all’indomani della decadenza del direttore generale in cui si lamentava “un clima di preoccupazione e incertezza tra i dipendenti e le loro famiglie stante le scarse notizie relative alla futura impostazione della macchina organizzativa, la continuità ed il perseguimento degli obiettivi di Arpal”. Gli stessi dubbi e le stesse perplessità sono state sollevate in assemblea dai rappresentanti sindacali e dagli stessi dipendenti di Arpal.

Le parti sociali stanno valutando l’ipotesi di organizzare iniziative: innanzitutto lo stato di agitazione ed in secondo luogo uno sciopero. Nel frattempo, il direttore pro tempore fa spallucce ed attende istruzioni dalla Regione prima di presentare ricorso al giudice del lavoro non appena gli sarà recapitato il benservito per iscritto. Una beffa, dicono dal suo staff, considerando l’avvio di tante iniziative e dell’attività dei centri per l’impiego con l’assunzione di 1110 lavoratori sui 1300 totali previsti dalla pianta organica. A conferma dei risultati raggiunti, l’ottimo piazzamento di Arpal Puglia che a livello nazionale è risultata quinta classificata con oltre 33 mila disoccupati presi in carico negli ultimi due anni.

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