Home Cronaca Omicidio Montinaro a Castrì, bocche cucite dopo gli interrogatori di garanzia

Omicidio Montinaro a Castrì, bocche cucite dopo gli interrogatori di garanzia

Indagini ancora in corso sull’omicidio di Donato Montinaro, il falegname in pensione di 76 anni, ucciso la sera del 10 giugno scorso nel suo appartamento di via Roma, a Castrì di Lecce, dove viveva con la figlia disabile dopo essere rimasto vedovo da circa 10 anni. Da chiarire la posizione di una quarta persona denunciata a piede libero.

Il nome del quarto nel mirino sarebbe stato tirato in ballo dagli indagati nella fase delle indagini dei carabinieri che si sono avvalsi anche di intercettazioni ambientali e telefoniche. Ulteriori dettagli, quindi, potrebbero emergere nei prossimi giorni. Potrebbe proprio essere questo il movente che ha portato gli avvocati a non proferire parola con i giornalisti all’uscita dalla casa circondariale di Lecce, Borgo San Nicola, dove sono avvenuti gli interrogatori di garanzia.

Dinanzi alla gip, Laura Liguori, firmataria dell’ordinanza di custodia cautelare, e alla pm, Maria Consolata Moschettini, si sono presentati gli arrestati: Angela Martella, 58 anni, originaria di Gagliano del Capo, ma residente a Salve, assistita dall’avvocato Simona Reale; Patrizia Piccinni, 48 anni, originaria di Modugno (Bari), ma residente ad Alessano, assistita dall’avvocato David Alemanno; Antonio Esposito, 39 anni, originario di Tricase, ma residente a Corsano, assistito dall’avvocato Luca Puce.

Interrogatorio blindato, bocche cucite, con gli avvocati di Martella ed Esposito che hanno solo detto di aver visto i propri assistiti “provati” per quanto accaduto, ma nulla più hanno potuto dichiarare. Gli interrogatori sono iniziati alle 11, l’ultimo avvocato è uscito dal carcere intorno alle 14. Stando al tempo trascorso all’interno della casa circondariale, i tre potrebbero aver parlato e collaborato, ma nessuna informazione è trapelata. Probabilmente gli inquirenti sono ancora al lavoro per ulteriori riscontri riguardo al movente. Sembrerebbe trattarsi di una rapina finita male.

L’uomo nel 2015 aveva riscosso una polizza assicurativa di quasi 70mila euro e ai suoi amici raccontava di non fidarsi degli istituti di credito preferendo avere i soldi in casa. Chi ha agito, forse, cercava proprio i soldi che l’anziano dichiarava di custodire in casa.

Martella sarebbe l’unica persona ad aver avuto contatti con Montinaro, confermati da una telefonata in ingresso sul cellulare della vittima 10 minuti prima della presunta esecuzione. Il gruppo, una volta entrato in casa poco prima delle 21, avrebbe legato le caviglie e i polsi dell’uomo, spogliato dalla vita in giù, imbavagliato e incappucciato, e infine anche percosso. Non si conosce la somma eventualmente prelevata, dall’appartamento mancherebbe all’appello la motosega.

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