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“Organico Covid”, nel Leccese 300 lavoratori con contratto scaduto: «Vogliamo parlare con il ministro, non possiamo essere abbandonati»

La crisi pandemica ha implicato diversi cambiamenti nell’assetto organizzativo delle scuole, tra i quali l’incremento delle assunzioni di insegnanti e ausiliari, il cosiddetto “personale Covid”. Lavoratori che non potranno contare sul rinnovo del contratto a settembre, secondo le direttive del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, ma che intendono battersi per un’inversione di rotta.

Parte da Cutrofiano una missiva firmata dal gruppo “Organico Covid” della provincia di Lecce, consegnata nelle mani del leader pentastellato Giuseppe Conte da Antonella Specchia, ingegnere e operatrice scolastica presso il Liceo Scientifico Statale “Cosimo De Giorgi” di Lecce.

Ingegner Specchia, quali sono i contenuti della lettera?

«Abbiamo chiesto al presidente Conte di farsi portavoce delle nostre richieste con il ministro Bianchi. Siamo quasi trecento lavoratori a contratto scaduto. Due anni fa abbiamo accettato, senza esitare, di lavorare con contratti trimestrali e il rischio di essere lasciati a casa in qualsiasi momento. Fortunatamente siamo arrivati a fine mandato a giugno, ma il nostro lavoro non può finire qui».

In quali condizioni avete lavorato in questi due anni?

«Non è stato facile, il lavoro è tanto, abbiamo svolto mansioni che un organico, ormai da anni sottodimensionato, non riesce più ad eseguire portando avanti a fatica tutta l’organizzazione, dalla didattica all’amministrazione, fino alle pulizie. Siamo riusciti a trovare un equilibrio, il nostro apporto è ritenuto ormai fondamentale dai presidi. Non osiamo immaginare come potranno lavorare il prossimo anno senza il nostro supporto. La realtà lavorativa nell’ambito scolastico evidentemente è sconosciuta ai piani alti, non comprendono, pensiamo, il reale contributo dell’Organico Covid nel mondo della scuola».

In media di quanti lavoratori in meno si parla per ogni scuola?

«Circa nove collaboratori e altrettanti docenti di supporto in svariate, numerose e utilissime forme. Essere “bidelli” ci ha fatto capire come questa figura sia il cuore pulsante degli istituti scolastici».

Molte delle persone assunte dalle graduatorie del personale Ata terza fascia, sono professionisti in altri ambiti. Avete avuto difficoltà?

«All’inizio forse, ma abbiamo lavorato tutti con grande passione. Personalmente era un obiettivo quello di essere inserita nel mondo della scuola, come docente o come ausiliaria poco importava. È stato gratificante sotto molti punti di vista, dal rapporto umano creato con studenti e insegnanti, all’idea di essere parte di un progetto di crescita di un settore che come spesso anche la sanità, viene escluso dai programmi di stanziamento fondi. Eppure molti Oss sono stati stabilizzati, perchè noi no?».

Sono previste altre azioni di protesta?

«Siamo disposti ad andare a Roma per tutelare il nostro lavoro. Non possiamo essere abbandonati in questo modo».

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