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Otranto, le intercettazioni. «Dobbiamo fare una cosa bella: 3 camere, 200 euro a cristiano»

«È chiusa, è chiusa, è fatta, è fatta. Mi ha chiamato Lorenzo, Lecce è chiusa». È Roberto De Santis ad annunciare telefonicamente a Luciano Cariddi che la sua candidatura a senatore nel collegio di Lecce per le elezioni politiche del 4 marzo 2018 era ormai confermata. Ma aggiunge: «Cerchiamo di fare una cosa e l’altra, no? Dobbiamo essere bravi con l’equilibrio».

Ed è così, sostenendo la sua candidatura, che può vantare un credito contrattuale nei confronti dei fratelli Cariddi, tanto che Pierpaolo Cariddi, invitato da Luigi De Santis a partecipare in qualità di sindaco di Otranto a un convegno con D’Alema, esclama: «Se pure avessi il diavolo, e tu Luigi .. e te Roberto mi dici: “Pierpaolo, avremmo piacere se … ci serve la tua presenza … io per voi vengo comunque, indipendentemente».

Le conversazioni, contenute nelle indagini condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Lecce sotto la guida del tenente colonnello Giulio Leo, e della compagnia di Otranto, oltre che dal reparto operativo dei carabinieri, diretto dal tenente colonnello Pasquale Montemurro, e dalla polizia provinciale di Lecce, raccontano tanto altro. Della posizione “servente” del sindaco Pierpaolo Cariddi nei confronti dell’imprenditore Raffaele (detto Mimmo) De Santis, ad esempio. Il 15 maggio 2018 De Santis chiama Cariddi per lamentarsi del funzionario Pino: «Ehi Pierpaolo, vedi che Pino non ha preparato un cazzo di quella convenzione, con quella del parcheggio. Senti un’altra cosa, vedi che ha chiamato il custode, dice che lì c’è la fogna assieme al centro dialisi … è piena di blatte, vedi se fai una cortesia!».

Ma Pierpaolo Cariddi si rivela cauto nelle conversazioni più delicate, tanto che il 24 novembre 2018, dopo aver ricevuto una telefonata, invita il suo interlocutore, l’ex magistrato antimafia (ora in pensione), già sottosegretario alla Giustizia, Alberto Maritati, a spostarsi dal suo studio professionale per discutere un argomento delicato: «Andiamo in strada … sì, poi torniamo», nonostante in quel momento in studio non ci fosse nessun altro.

Meno cauto Salvatore Giannetta nel perorare la causa della realizzazione di un b&b di lusso sul lungomare di Otranto, proprio sotto la chiesa della Madonna dell’Alto Mare, pretendendo la destinazione pubblica di un bene demaniale, facendo redigere un certificato di destinazione urbanistica falso e ottenendo un illegittimo permesso di costruire: «Una cosa bella … H24 …dobbiamo fare una cosa fuori dalla logica! Tre camere … sul mare e poi tutto il ristorante di serie, da 200 euro a cristiano».

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