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Riequilibrio di bilancio già nel 2028: a Lecce il risanamento con 5 anni d’anticipo

Si concluderà nel 2028, con cinque anni di anticipo, l’attività di risanamento del bilancio comunale. Il Consiglio comunale ha approvato con 19 voti favorevoli e quattro contrari la riformulazione della manovra di riequilibrio pluriennale con cui si ridetermina la durata del piano di rientro dal disavanzo del Comune di Lecce, ma l’opposizione attacca. «Aumenteranno tasse e multe. I cittadini saranno spremuti».

Grazie all’utilizzo di risorse riconosciute, su proposta dell’Anci, ai comuni sottoscrittori di patti di risanamento con il governo centrale nell’ambito della legge finanziaria 2024, il Comune di Lecce può accelerare il percorso iniziato nel gennaio del 2019 con l’approvazione del piano di riequilibrio pluriennale approvato dal Consiglio comunale, già riformulato nel 2023 in coerenza con le previsioni del Patto per Lecce, sottoscritto con il governo nel 2022.

Anche per la manovra del 2015, relativa al ripiano del disavanzo da riaccertamento straordinario dei residui, si stabilisce la conclusione anticipata al 2030 anziché nel 2044 com’era previsto inizialmente. «In questi anni il disavanzo del Comune è passato da 104 a 50 milioni di euro. La riformulazione della manovra consentirà, grazie alle risorse ottenute da Anci in manovra finanziaria, di anticipare la conclusione di questo percorso virtuoso che in questi anni abbiamo tenacemente condotto per liberare la città dalle difficoltà finanziarie che ancora oggi tanto condizionano l’attività amministrativa.

Quella di oggi è una tappa importante sulla via del recupero della salute del bilancio comunale. È una soddisfazione poter dire alla città che ne usciremo prima del previsto e ribadire che consegnare un bilancio in salute rappresenta il più significativo investimento che possiamo fare sul futuro della città e di chi la vive. Come ha ricordato più volte il presidente Mattarella, avere finanze pubbliche solide rappresenta la precondizione per la tutela dei diritti sociali e per praticare nei fatti quella solidarietà tra generazioni alla quale come amministratori pubblici ci sentiamo chiamati», ha dichiarato il sindaco Carlo Salvemini. Adriana Poli Bortone, Andrea Pasquino, Antonio Finamore e Luciano Battista sono i quattro consiglieri di opposizione presenti in aula al momento del voto.

«Abbiamo votato contro un piano di riformulazione e non di rimodulazione come chiedeva il ministero. Il piano di riequilibrio comporta diverse situazioni tra cui l’aumento delle tasse e dei servizi individuali per le famiglie. Aumenteranno anche gli introiti delle contravvenzioni. Non se ne può più», attacca Adriana Poli Bortone, candidata sindaca per il centrodestra che, insieme al consigliere Andrea Pasquino, ha spiegato le ragioni del voto sfavorevole. «Siamo assolutamente contrari a questo ennesimo aumento di tasse per i leccesi.

In questi sette anni i cittadini sono stati considerati come limoni da spremere. Abbiamo una tassazione che è forse la più alta tra tutte le città d’Italia per una scelta del sindaco che ha voluto dichiarare il predissesto e ha aumentato qualunque tipo di aliquota al massimo. A questo ulteriore aumento di tasse esprimiamo con fermezza la nostra contrarietà», ha dichiarato Pasquino. Dai banchi della maggioranza, durante l’ultima seduta del Consiglio comunale prima del voto, c’è stata compatta la levata di scudi a favore del sindaco Carlo Salvemini. I consiglieri Gabriele Molendini, Marco Giannotta e Antonio Rotundo hanno puntato il dito sulle passate gestioni dell’ente. Il riferimento, non tanto velato, agli anni in cui è stata sindaca Adriana Poli Bortone.

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