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Premi Covid e contratti, si mobilitano i lavoratori delle Sanitaservice: «Presidio sotto la Regione Puglia»

I lavoratori delle Sanitaservice pugliesi si riuniranno in assemblea, lunedì 6 maggio, sotto la sede della presidenza della Regione Puglia per chiedere «risposte urgenti» in relazione, soprattutto, al premio Covid 2020 e alla situazione lavorativa degli operatori.

La mobilitazione è stata indetta dai segretari generali della Fp Cgil Puglia, Luigi Lonigro, della Cisl Fp Puglia, Aldo Gemma, e della Uil Fpl Puglia, Paola Bruno.

Tra le richieste la «sostituzione del personale in quiescenza delle Sanitaservice pugliesi, attraverso un piano straordinario di assunzioni e la trasformazione dei rapporti di lavoro da part time a full time, al fine di garantire gli standard stabiliti nei contratti di servizio stipulati tra aziende sanitarie e sanitaservice, perché i pazienti, gli utenti e gli operatori sanitari meritano di vivere in ambienti debitamente igienizzati e usufruire di servizi efficienti», si legge in una nota dei sindacati che chiedono, inoltre, la «corresponsione per il personale delle Sanitaservice del premio Covid anno 2020 negli importi pienamente maturati, come avvenuto già da tempo per tutto il personale della sanità pubblica e per i medici del 118, applicando le stesse modalità utilizzate per il suddetto personale, perché anche i lavoratori delle sanitaservice impiegati nella fase topica dell’emergenza epidemiologica, marzo-maggio 2020, erano in prima linea accanto al personale sanitario ad assicurare il pieno funzionamento delle strutture sanitarie impegnate nell’emergenza, sottoposti agli stessi rischi e alle identiche condizioni di disagio».

Per il personale dei Centri di riabilitazione, poi, i sindacati chiedono che venga «assicurata l’immediata applicazione del contratto collettivo nazionale Aiop Sanità privata, in applicazione della delibera di Giunta regionale n. 1940/2022 che stabilisce tra i requisiti di accreditamento proprio l’applicazione del suddetto Ccnl, anche alla luce delle pre-intese che gli stessi Centri di riabilitazione hanno sottoscritto già da oltre due mesi per poter continuare ad operare».

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