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Spese mediche oltre i limiti in Puglia? Azione vuole licenziare i direttori generali che non li rispettano

Licenziare per legge i direttori generali delle aziende sanitarie che non rispettano i tetti di spesa per l’acquisto di dispositivi medici fra cui carrozzine e protesi. È quanto prevede la proposta di legge, primo firmatario il presidente di commissione Fabiano Amati insieme con altri colleghi di Azione. Obiettivo: frenare gli sperperi nella sanità pugliese che, dal 2019 al 2022, ha bruciato circa 1,2 miliardi per presidi in eccesso rispetto ai limiti di legge.

Di qui il ddl che ricalca la stessa iniziativa messa in campo per la spesa sui farmaci che entrerà in vigore dal 2024. Per Amati si tratta quindi di un atto di continuità rispetto alla legge sui farmaci oltre che su decine di delibere di giunta che hanno imposto misure di contenimento. La proposta, tuttavia, non ha registrato il parere favorevole, ma ha evidenziato la richiesta diffusa di ulteriori approfondimenti. Per il consigliere dem Pierluigi Lopalco, per esempio, sarebbe necessario un approccio diverso al contenimento della spesa, sia farmaceutica sia per i dispositivi medici: «Non si può procedere per tagli lineari, ci vuole un’analisi economico-qualitativa perché alcuni incrementi attuali della spesa potrebbero avere come conseguenza risparmi maggiori a medio lungo termine». Il consigliere Antonio Gabellone (Fratelli d’Italia), pur condividendo l’impostazione della legge, ha chiesto un approfondimento su aspetti settoriali della spesa e possibilità di correzione. Un lavoro che per Amati è già stato svolto nella prima commissione da lui presieduta, ma che potrebbe presto essere riesaminato in una seduta congiunta.

A margine dell’esame della proposta è emerso un contributo che potrebbe migliorare il quadro, in particolare per i farmaci, con la riduzione dei magazzini per la distribuzione medicinali, attualmente 82 in tutta la regione. In particolare esiste uno studio dell’Aress che ha proposto la riduzione a soli tre hub logistici a nord, al centro e al sud. Ciò, secondo Amati, porterebbe a un risparmio annuo di circa 53 milioni in un arco di nove anni. E proprio su questo punto s’è inserito l’assessore alla Salute, Rocco Palese, che ha posto una serie di dubbi: «Non sono contrario in maniera preconcetta, ma forse sarebbe più opportuno razionalizzare il sistema, chiamare gli attori coinvolti e provare a mettere in campo iniziative concrete». Marco Galante, consigliere del Movimento Cinque Stelle, si è detto teoricamente favorevole alla proposta di legge e interessato ad approfondire la questione dei magazzini, dunque a un esame di tutto il tema in seduta congiunta. Sebbene contrariato dalle dilazioni, Amati ha accolto le richieste e convocherà una seduta congiunta prima e terza Commissione ma ha chiarito: in ogni caso lunedì, in terza Commissione, bisognerà votare. E a tal fine ha annunciato che avrebbe emendato la proposta di legge specificando la richiesta di decadenza dei direttori generali delle Asl che non rispettino i tetti al posto del rinvio alla legge regionale sulla spesa farmaceutica.

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