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Giochi del Mediterraneo, Giorgetti non firma: paralisi per 23 opere da 170 milioni di euro

Raffaele Fitto, ministro del Sud, ha firmato un mese fa. Andrea Abodi, titolare dello Sport, ha provveduto nei giorni scorsi. Sui decreti con cui il Governo dovrebbe dare l’ok alle gare di progettazione ed esecuzione delle opere per i Giochi del Mediterraneo, però, manca ancora la sigla di Giancarlo Giorgetti, numero uno dell’Economia e delle Finanze. Una circostanza, quest’ultima, che rischia di allungare ulteriormente i tempi per la realizzazione di 23 interventi indispensabili per lo svolgimento della grande manifestazione sportiva in programma tra Taranto, Lecce e Brindisi nell’estate del 2026.

Sono settimane che Massimo Ferrarese, commissario straordinario nominato da Palazzo Chigi proprio per velocizzare l’organizzazione dei Giochi, attende di firmare i protocolli d’intesa con i Comuni interessati. Il motivo? Il ministro Giorgetti non ha ancora firmato i decreti con cui si autorizzano le gare relative a 23 opere per un valore complessivo di circa 170 milioni di euro.

Si tratta, nel dettaglio, delle procedure per affidare a professionisti e aziende l’incarico di progettare o realizzare le opere inserite nel masterplan dei Giochi del Mediterraneo, messo nero su bianco a tempo di record proprio dal commissario nominato dal Governo. Nella stragrande maggioranza dei casi, le gare di progettazione si sono già concluse. L’impasse, dunque, riguarda soprattutto le procedure per appaltare la realizzazione delle opere.

Tra gli interventi bloccati spiccano il centro nautico da 14 milioni di euro previsto a Taranto, ma anche il restyling dello stadio “Ettore Giardinieri” di Lecce, del “Fanuzzi” di Brindisi dove dovrà essere rivista anche la viabilità al servizio del PalaPentassuglia, dei palazzetti di Fasano e di Martina Franca, senza dimenticare impianti come quello di Crispiano dove si svolgeranno le gare di tiro con l’arco.

Il ritardo nell’emanazione dei decreti autorizzativi è un rischio per i Giochi del Mediterraneo, la cui data di inizio ha già subito uno slittamento da giugno ad agosto 2026 proprio per rimediare ai ritardi organizzativi accumulati tra il 2019 e il 2023. Più che per le gare di progettazione, i tempi delle quali di solito non subiscono slittamenti, il problema si pone per le gare d’appalto, visto che l’esecuzione dei lavori è esposta a una lunga serie di fattori capaci di ritardarne il completamento.

Ulteriori problemi potrebbero derivare dall’eventuale caduta dell’amministrazione guidata dal sindaco Rinaldo Melucci, da tempo alle prese con fibrillazioni interne alla sua maggioranza. L’effetto sarebbe la nomina di un commissario che, prima di assumere qualsiasi decisione anche in relazione di Giochi, dovrebbe studiare numerosi dossier. Con l’ulteriore conseguenza che i tempi per l’esecuzione delle grandi opere previste in città, per la conclusione delle conferenze dei servizi e per la gestione dei 275 milioni di euro messi a disposizione dal Governo si allungherebbero imprevedibilmente. E a quel punto il grande evento dell’estate 2026 sarebbe nuovamente a rischio.

Ieri, intanto, si è svolto un sopralluogo nello stadio “Iacovone” di Taranto. Il sindaco jonico Melucci e il suo collega Pino Marchionna hanno convenuto che, nel periodo di inagibilità dello “Iacovone” per i lavori di adeguamento in vista dei Giochi, la squadra di calcio del Taranto giocherà a Brindisi. «Una soluzione funzionale – ha sottolineato Melucci – che l’amministrazione mette a disposizione società».

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