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Vertice tra Meloni e Salvini, Tajani: «Io escluso? No, era un incontro conviviale»

L'arrivo di Matteo Salvini nella masseria di Ceglie Messapica dove Giorgia Meloni sta trascorrendo le vacanze e dove, ieri, si è svolto un vertice tra i due

«È un incontro conviviale, erano entrambi in Puglia e si sono visti, ci sono le famiglie, gli amici… Si fanno troppi retroscena su cose assolutamente normali». Il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, leader di Forza Italia, spiega perché ieri non ha partecipato all’incontro tra Giorgia Meloni e l’altro vicepremier Matteo Salvini che si è tenuto nella masseria di Ceglie Messapica dove la presidente del Consiglio sta trascorrendo le vacanze.

Tajani è stato raggiunto telefonicamente da Meloni e Salvini e, in un’intervista al Corriere della Sera, assicura che «il centrodestra è unito e tale rimarrà, il governo gode di buona salute. Siamo d’accordo per vederci il 30 agosto per fare il punto sulla ripresa e stabilire le priorità in vista della Finanziaria».

Tajani “esclude” che Meloni e Salvini stiano discutendo anche di come fermare l’attivismo di Forza Italia. La cittadinanza ai figli di stranieri, spiega, «non è un tema dell’agenda di governo e non c’è nulla di male nell’avere posizioni diverse su alcuni argomenti tra partiti che pure sono alleati e leali. È forza – aggiunge Tajani -: si allarga il campo dei potenziali elettori. Noi non siamo vicini o, peggio, a traino della sinistra. Tantomeno facciamo “inciuci”. Tutto quello che pensiamo lo diciamo, ci muoviamo alla luce del sole».

Il leader di Forza Italia sottolinea che «sullo ius scholae la nostra posizione è la stessa da molto tempo. Berlusconi era favorevole, e a destra non era un tabù. Ora le priorità del Paese sono altre. Ma discuteremo proposte equilibrate prima di tutto con i nostri alleati, poi se altri vogliono collaborare e aggiungersi, ben vengano. Nessuno può dire all’altro “non devi parlare di questi temi o fai un favore alla sinistra”: non prendiamo lezioni su come ci si oppone alla sinistra e non rinunciamo ai nostri principi».

Sul caso Arianna Meloni «non vorrei che ci fosse una strumentalizzazione a fini politici per indebolire il presidente del Consiglio e il governo, usando il filone giudiziario come si faceva con Berlusconi».

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