Home News Mobilità sanitaria: paga il Centro-Sud. La Regione Puglia ha perso 125 milioni

Mobilità sanitaria: paga il Centro-Sud. La Regione Puglia ha perso 125 milioni

È un saldo negativo quello che emerge dall’analisi della mobilità sanitaria della regione Puglia. Nel 2020 ha quasi raggiunto quota 125 milioni di euro. A rivelarlo è la fondazione del Gimbe che ogni anno analizza gli spostamenti effettuati dagli italiani per curari e i relativi costi. Un meccanismo che penalizza le regioni di Sud e la Puglia si colloca al nono posto in Italia per i crediti, pari a poco più di 106 milioni di euro, e quarta per i debiti che sfiorano i 231 milioni.

L’83,4% del totale del saldo passivo si concentra in Campania, Lazio, Sicilia, Puglia, Abruzzo, Basilicata. Il saldo pro-capite di mobilità sanitaria, incece, vede la Puglia in 12esima posizione con un saldo negativo pro-capite pari a meno 32 euro. «Il volume dell’erogazione di ricoveri e prestazioni specialistiche da parte di strutture private è un indicatore della presenza e della capacità attrattiva del privato accreditato – fanno sapere dalla fondazione». La regione si colloca in seconda posizione con le strutture private che erogano il 71,5% del valore totale della mobilità sanitaria attiva regionale. Le sei regioni con maggiori capacità di attrazione, tutte settentrionali, vantano crediti superiori a € 150 milioni: Lombardia (20,2%), Emilia-Romagna (16,5%) e Veneto (12,7%) includono complessivamente quasi la metà della mobilità attiva.

Un ulteriore 20,7% viene attratto da Lazio (8,4%), Piemonte (6,9%) e Toscana (5,4%). Il rimanente 29,9% della mobilità attiva si distribuisce nelle altre quattordici regioni e Province autonome.

I dati documentano la forte capacità attrattiva delle grandi Regioni del Nord a cui corrisponde quella estremamente limitata delle Regioni del Centro-Sud, con la sola eccezione del Lazio. Complessivamente, si evince sempre dal report realizzato dalla fondazione Gimbre, oltre i due terzi (69,6%) del valore totale della mobilità sanitaria riguardano i ricoveri ordinari e in day hospital e il 16,2% le prestazioni di specialistica ambulatoriale; degno di nota anche il valore relativo alla somministrazione diretta di farmaci (9,3%).

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