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Bari, senti Godeas: «Magalini è l’uomo giusto, spero abbia un budget adeguato» – L’INTERVISTA

In attesa della firma di Magalini, Denis Godeas, ex attaccante del Bari (sei mesi sfortunati nel 2003), già alla corte del ds veronese nel Mantova dei miracoli, traccia un identikit del direttore sportivo in pectore del club biancorosso.

Salve Godeas: Magalini è l’uomo giusto per Bari?

«Si tratta di una persona molto preparata, animata da grande passione. Conosce il mondo del pallone come pochi. Per chi deve scegliere i calciatori è questo il segreto. Se verrà messo nelle condizioni di poter lavorare nel modo giusto sono convinto che possa fare bene. Ha dimostrato di poter dire la sua. Credo che scelta migliore non si potesse fare. Fermo restando che alla fine è sempre il campo a parlare. Ho un buon ricordo di lui, un uomo per bene, che merita fiducia».

Il “suo” Mantova come il Catanzaro di Magalini: dalla promozione in B alla A sfiorata.

«Sì. Io arrivai dopo la promozione in B, ma ci sono analogie con quello che accadde 20 anni fa, anche se parliamo di contesti ed epoche storiche molto lontane tra loro. Diciamo che a differenza di quanto fatto dal Catanzaro quest’anno il Mantova arrivò davvero a un passo dalla A, un po’ come è successo al Bari nel biennio ’21-’23. Fu quello il capolavoro di Magalini».

Magalini come vive lo spogliatoio?

«È un “papà”, una persona molto seria, è facile rapportarsi con lui. Ha un buon carattere. Si fa voler bene. Tuttavia avere feeling non è scontato, bisogna considerare i contesti differenti e le pressioni con le quali dovrà confrontarsi. Per questo credo che siano andati sul sicuro, puntando su un profilo esperto e di grande competenza».

Saprà “gestire” le pressioni di Bari?

«Con Magalini credo si possa fare un salto di qualità, ma è chiaro che dopo la stagione negativa di quest’anno le aspettative nella piazza saranno alte. Questo può rappresentare qualche problema. Mi auguro che la proprietà metta a disposizione del diesse un budget importante. Altrimenti tutti i discorsi rischiano di essere solo fantasia. Penso che se il budget sarà di livello il Bari potrà divertirsi».

Parliamo di Valerio Di Cesare, suo ex compagno nel Mantova di Magalini.

«Lui era un ragazzino, io invece nel pieno della maturità. L’ho sentito spesso quest’anno. Mi diceva: “Sto vivendo un incubo”. Il suo sogno era chiudere salvando il Bari. Sono felice che sia riuscito a farlo, tra l’altro offrendo prestazioni super. Non poteva chiudere meglio la carriera».

Giusto l’addio?

«Vista l’età e gli acciacchi, più di così non poteva fare, ha già compiuto diversi miracoli».

Ora lo attende una scrivania, proprio accanto a quella di Magalini, che ritrova dopo di Mantova.

«Fare il dirigente e giocare a calcio sono due cose diverse. Ma Valerio è una persona seria e di valore, che conosce la materia. Penso che sia un binomio azzeccato negli intenti. Gli auguro il meglio. Bisogna dargli tempo e modo anche di sbagliare e di fare le cose con criterio. Ma si parte dalla conoscenza e dall’attaccamento alla piazza. Bari è fortunata ad avere persone così serie in società. Trovo che sia una scelta positiva. E visto che ne ho parlato coì bene, gli chiederò di pagarmi una cena (ride, ndr)».

Come si aspetta che riparta il Bari?

«La B è complicata, la forbice tra vittoria e sconfitta è piccola. Non posso immaginare che il Bari lotti di nuovo per la salvezza. Mi aspetto che punti almeno ai playoff. Non dico che sia obbligatorio, ma quasi per una piazza del genere. È giusto aspettarsi un campionato di livello. E poi non me li vedo i De Laurentiis a sopportare un’altra annata all’insegna della contestazioni. Sono convinto che faranno uno step in avanti».

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