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Balzanate e immunità dei politici

Me ne convinco sempre di più; io devo essere fatto male. Ho uno spirito di sopportazione per le ‘balzanate’ pari a zero. E, mi permetto di parlare dell’apparato delle pubbliche Istituzioni, perché le conosco molo bene. Ad esempio, per me, uno che chiama i propri figli Geronimo, Lorenzo Cochise e Leonardo Apache non può fare il presidente del Senato.

Ricordare, invece, a un popolo che non ha alcuna memoria storica, che Ignazio La Russa è figlio di Antonino che è stato segretario del partito nazionale fascista e che a Milano ha rappresentato gli interessi della famiglia Ligresti, che ha influito negli interessi della famiglia Berlusconi e che, intrattiene ancora rapporti con autorevoli compagni di merende non conta nulla e non rileva. E non rileva neppure ricordare il ‘giovedi nero’ di Milano quando, durante una manifestazione del ‘Fronte della Gioventù’ – del quale l’attuale presidente del Senato era uno dei capi – vennero lanciate due bombe a mano, una delle quali uccise l’agente di polizia Antonio Marino. Non rileva, appunto. Ricordava lucidamente Indro Montanelli, che «un paese che non ha memoria storica, non ha futuro». a, con un presidente del Senato così, si possono fare battaglie parlamentari tanto incredibili quanto utili alla ‘Casta’ e ai suoi giannizzeri. Parliamone allora.

Avete mai sentito parlare di intercettazioni telefoniche? Bene, è noto chi i Pparlamentari godono di alcune guarentigie; la più importante delle quali, secondo l’art. 68 della Costituzione è quella che, qualsiasi provvedimento dell’autorità giudiziaria nei confronti di un parlamentare, può avere efficacia solo previa autorizzazione del ramo del Parlamento al quale il parlamentare appartiene.

Fino a qui, tutto secondo la norma e le leggi. Certo, non serve raccontarvi come a ogni inizio di legislatura ci si ‘accapigli’ per eleggere il presidente di quella Giunta; presidente che spetta alle minoranze, essendo un organo di controllo, ma guarda caso deve sempre avere il benestare della maggioranza che solitamente sceglie quello più morbido, più malleabile. Accade però che, siccome l’arroganza dei parlamentari ha raggiunto livelli inimmaginabili, ce ne sono molti che cadono nella trappola delle intercettazioni.

La Giunta per le immunità parlamentari, in questi giorni, si sta occupando del senatore Siri, ma se ne era già occupata per il senatore Marti e altri ancora; il motivo che inchioda l’ex sottosegretario Siri è che la magistratura chiede l’autorizzazione a poter utilizzare le intercettazioni effettuate contro un delinquente e che, incidentalmente, hanno coinvolto il senatore. Il Senato di La Russa ha inviato presso la Consulta, che dovrà decidere il caso, lo zelante avvocato Guzzetta, il quale, non solo ha confermato la validità della decisione della Giunta a non concedere l’autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni, ma ha chiesto che la Corte Costituzionale sancisca che le intercettazioni dirette o indirette possono essere utilizzate solo se autorizzate dalla Giunta per le immunità parlamentari. Uno scudo totale insomma.

Ma davvero credono che per valutare una intercettazione del seguente tenore: “Se scoppia la guerra atomica, io mi sento sicuro perché ho assunto come superconsulente l’ex procuratore Capo della Repubblica che è andato in pensione” dice Caio; risponde Sempronio: “io ho assunto i figli di due procuratori, si vede che veniamo dalla stessa scuola; perché in un mondo di coglioni come questo, se non ti puoi parare il culo, sono cavoli!” – il cittadino abbia bisogno del parere della Corte Costituzionale? Così il Paese diventa sempre più marcio e la credibilità della politica sprofonda nel disdoro.

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