Home Attualità Benzinai, lo sciopero è congelato. Martedì 17 il summit decisivo

Benzinai, lo sciopero è congelato. Martedì 17 il summit decisivo

Nei prossimi giorni le organizzazioni sindacali e il governo Meloni affronteranno l’emergenza rincari e individueranno gli strumenti utili per contenere il costante aumento dei prezzi dei carburanti. Nel frattempo lo sciopero dei benzinai, previsto dalle 19 del 24 alle 7 del 27 gennaio, è congelato. La svolta è arrivata ieri, al termine del vertice tra una delegazione dell’esecutivo e gli esponenti di Faib-Confesercenti, Fegica e Figisc-Confcommercio che rappresentano circa il 70% dei gestori italiani.

Ma che cosa ha spinto i sindacati a congelare lo sciopero, almeno per il momento? Le sigle hanno «apprezzato il chiarimento avuto con il governo che ripristina una verità inequivocabile: i gestori non hanno alcuna responsabilità per l’aumento dei prezzi né per le eventuali pretese speculazioni di cui si è parlato». Pace (quasi) fatta, dunque: «Per quello che riguarda le organizzazioni dei benzinai, le polemiche finiscono qui». Ciò ha consentito di avviare un percorso di collaborazione tra Palazzo Chigi e le sigle sindacali che vivrà un momento decisivo martedì prossimo, quando si valuteranno le condizioni per fermare lo sciopero.

Il confronto, insomma, comincia adesso e i nodi da sciogliere non sono banali. Primi fra tutti gli obblighi introdotti dal nuovo decreto che è stato modificato con l’introduzione dell’accisa mobile che scenderebbe all’aumento dell’Iva. Al momento, però, resta confermato l’impianto del testo che inasprisce sanzioni e controlli, insieme con l’obbligo di esporre, in ogni stazione di rifornimento, un prezzo medio nazionale accanto ai prezzi praticati. Procedura, quest’ultima, che secondo i benzinai non è solo inutile, ma anche potenzialmente dannosa e capace di generare confusione tra gli automobilisti. Di sicuro, comunque, c’è che nel decreto non ci sarà un nuovo meccanismo automatico di intervento per il caso in cui il prezzo dei carburanti nelle stazioni di servizio tornasse a salire in maniera repentina. Sul tavolo ci saranno anche i problemi strutturali del settore, a cominciare dalla ristrutturazione della rete: «Abbiamo circa 22mila impianti, il doppio di quelli che ci sono negli altri Paesi con lo stesso numero di abitanti – hanno spiegato i vertici della Figisc – e abbiamo una rete spesso obsoleta con erogati molto bassi. Chiediamo un’azione concreta per contrastare l’illegalità nel settore».

Per il momento, dunque, si placano le polemiche sull’aumento del prezzo dei carburanti determinato dal mancato rinnovo dei tagli delle accise, in vigore da marzo scorso, nella legge di bilancio per il 2023. L’ira degli automobilisti e delle associazioni dei consumatori, in Puglia e Basilicata come nel resto d’Italia, si era scatenata a Capodanno, colpendo autorevoli esponenti del governo Meloni e mettendo in moto sia la Procura di Roma sia la Guardia di Finanza.

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