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Disagi da film nei Sassi, Rossella Rubino: «I problemi si possono evitare, ma Matera deve avere un ruolo attivo»

Venti di malcontento si alzano tra i vicoli dei Sassi, a causa dei disagi che la produzione cinematografica attualmente in città sembra stia generando tra chi negli antichi rioni vive e lavora. Malcontento che sembra a un passo dal far finire l’amore tra Matera (i materani, meglio) e il cinema. Nel consiglio comunale di qualche giorno fa, l’opposizione ha sollevato la questione delle convenzioni tra comune e produzioni, strumento presente nel Regolamento cinema licenziato dalla precedente amministrazione. Per Rossella Rubino, allora Presidente della Commissione cultura e cinema, «il cinema è nel codice genetico della città». Se l’amore non può finire, meglio trovare il modo di andare d’accordo.

Convenzioni tra comune e produzioni cinematografiche: cosa significa questo per la città di Matera?
«È essenziale che un’opportunità di sviluppo economico e sociale non si trasformi in una trappola mortale per il nostro patrimonio culturale. Questo significa che il cinema e tutto l’universo legato all’audiovisivo che appartengono al codice genetico della città sin dagli anni ‘50 devono avere fermo l’obiettivo della tutela del nostro patrimonio più prezioso, i Sassi. Le produzioni cinematografiche non potenziano soltanto il valore della città sul piano internazionale, accrescendo di conseguenza anche l’appeal turistico, ma dopo molte produzioni holliwoodiane si sono consolidate anche tante professionalità che operano nel cinema».

La precedente amministrazione ha applicato lo strumento delle convenzioni di frequente?
«Il regolamento è stato concepito per dare alla città un ruolo attivo e non passivo. Le risorse economiche derivanti dai diritti di ripresa dovevano essere finalizzate ad una strategia di sviluppo. Uno dei tasselli, ad esempio, era l’apertura del centro sperimentale di cinematografia. Ruolo attivo significa governare i rapporti con le produzioni per garantire la massima tutela al patrimonio, il massimo ritorno alle attività produttive e il minimo disagio ai cittadini. Solo nel 2019 ci furono 56 produzioni cinematografiche che portarono nelle casse comunali risorse economiche».

Come possono essere evitati e superati i disagi?
«È una questione di approccio. La tecnologia che si accompagna alle produzioni cinematografiche consente di ridurre a zero gli impatti sui luoghi, gli strumenti ci sono. Una produzione importante come quella di 007 è stata accolta con disagi minimi nonostante ci trovassimo nel pieno del 2019. È una questione di capacità, volontà e autorevolezza di chi si siede ai tavoli di concertazione che deve far comprendere anche alle produzioni più importanti che girare un film a Matera è un privilegio e questo privilegio va mantenuto intatto per tutti quelli che verranno, utilizzando sistemi non impattanti su un fragile ecosistema urbano che è patrimonio dei materani e di tutta l’umanità».

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