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No al taglio dei plessi scolastici

La nostra posizione rispetto al modello di dimensionamento proposto è assolutamente contraria: diciamo no a qualsiasi soluzione che si traduca in un taglio scriteriato di scuole che non tenga conto delle specificità territoriali e del personale scolastico fuori dal territorio regionale.

Il percorso intrapreso, infatti, rischia di far saltare numerosi posti di personale Ata e tanti precari, che sino ad oggi, grazie al loro senso del dovere, hanno garantito l’apertura e il funzionamento delle scuole pugliesi, e che invece così resterebbero per strada, aumentando di fatto la schiera già fin troppo numerosa dei precari.

L’emanando decreto interministeriale, peraltro, impone alla Puglia una media regionale di 961 alunni per scuola sulla base della quale il numero di autonomie scolastiche, per l’anno scolastico 2024/25, verrebbe ridotto di 58 unità. Si passerebbe, cioè, dalle attuali 627 autonomie alle 569 del 2024/25, 565 del 2025/26 con una media alunni di 949 e 557 del 2026/27 con una media di 938 alunni. Dette riduzioni provocherebbero, appunto, una perdita secca di posti di dirigenti scolastici, direttori amministrativi e personale Ata e in qualche caso anche di docenti. Inoltre, enormi sarebbero le criticità da gestire, in quanto per salvaguardare le piccole realtà comunali si dovrebbero creare scuole intercomunali con dirigenti scolastici e direttori “volanti” su numerosi piccoli comuni nonché mostri di scuole fino a 1.900 alunni di difficoltosa gestione.

Si pensi, a titolo esemplificativo, che le tabelle ministeriali attualmente in vigore prevedono lo stesso numero di collaboratori scolastici per le scuole oltre i 1.200 alunni, ovvero se a una scuola con 1.200 alunni spettano 12 collaboratori scolastici, lo stesso numero spetterebbe a quelle oltre i 1.200 e fino a 1.900. Senza dimenticare che il problema delle così dette classi pollaio sarebbe così impossibile da superare: ancora una volta dobbiamo concludere che l’esperienza drammatica del Covid non ci ha insegnato nulla e che si continuano a ripetere gli errori. C’è poi la questione relativa ai dirigenti scolastici, circa un centinaio, che cercano di rientrare dal Nord in Puglia perché pugliesi o per avvicinarsi alla propria regione e ricongiungersi ai propri affetti: il taglio delle autonomie scolastiche bloccherebbe di fatto ogni loro legittima aspirazione. Come al solito, in sede ministeriale, si assumono iniziative legislative senza prima pensare al futuro dei lavoratori e nello specifico a una stabilizzazione delle titolarità, come ormai pessima prassi si mettono in campo nuove norme senza tener conto della realtà e del disagio in cui le scuole versano.

Coerentemente con l’atto di impugnazione davanti alla Corte Costituzionale del comma della legge finanziaria, secondo la Uil Scuola di Puglia, la Regione Puglia si dovrebbe rifiutare davanti all’applicazione e all’imposizione dall’alto di questi tagli lineari. Riteniamo assolutamente necessario l’intervento dei parlamentari pugliesi, al fine di garantire il modello di scuola statale, un modello che garantisca la qualità e l’efficienza del sistema scolastico, nell’esclusivo interesse delle famiglie pugliesi, dei lavoratori del comparto e dei giovani studenti.

Giovanni Verga – Segretario Uil Scuola Puglia

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