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Riforma della Giustizia, intercettazioni e abuso d’ufficio. Intervista con il presidente Michele Emiliano – VIDEO

Riforma della Giustizia, intercettazioni e abuso d'ufficio. Intervista con il presidente Emiliano

Durante il discorso all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Bari il presidente della Regione Puglia ha parlato di riforma, intercettazioni, abuso d’ufficio.

«Si tratta del metodo. Siccome il viceministro Sisto si era fortemente irritato per la relazione del presidente della Corte d’Appello, gli ho suggerito di stare a sentire tutti, perché quando si legifera e si devono fare cambiamenti, peraltro un sistema così complesso come quello giudiziario è bene ascoltare il punto di vista delle persone competenti con maggiore esperienza. E il presidente della Corte Appello, per definizione, è la persona più competente con maggiore esperienza, quindi quando si viene contraddetti in maniera disinteressata si riceve un regalo e non bisogna irritarsi».

Ha sgridato il sindaco Decaro per non aver preso posizione in situazioni difficili.
«Siccome l’associazione nazionale dei comuni ha preso una posizione netta a favore dell’abolizione dell’abuso in atti d’ufficio, opposizione che io condivido, gli ho detto che gliel’avrebbero potuto anche dire, perché in un dibattito così importante, così aperto, con delle persone di questo valore, anche far presente perché i sindaci e gli amministratori ritengono il reato di abuso in atti d’ufficio più un permanente ricatto sulla loro attività che la fa tendere all’inefficienza, che un elemento utile alla legalità e alla imparzialità della pubblica amministrazione. Perché dicendosi la verità si ottiene sempre il migliore di risultati, far finta che la verità non esista e cambiare alle volte il proprio punto di vista a seconda delle situazioni, è come non fare un regalo a Natale a qualcuno. Dire la verità a qualcuno è come fargli un regalo».

Il metodo con cui si utilizzano le intercettazioni 
«È chiaro che le intercettazioni telefoniche sono un elemento di prova, ma come una testimonianza possono essere infide, perché al telefono si possono dire bugie o in modo consapevole, cioè consapevole delle intercettazioni, o addirittura in modo inconsapevole, ma le bugie si dicono lo stesso. A me è capitato persino che qualcuno si attribuisse un omicidio che non aveva commesso per farsi grande nella discussione con un suo interlocutore. Quindi nelle intercettazioni si dicono le bugie, si fanno gli errori, si sbagliano i nomi, esattamente come in una dichiarazione testimoniale, anzi ancora di più perché mentre in una dichiarazione testimoniale chi fa la dichiarazione è attento, perché sa che sta davanti a un giudice, al telefono ognuno di noi alle volte dice quello che gli pare» 

Ha fatto menzione del caso Lerario 
«Eh beh certo è stato un dolore molto grande anche perché avevamo lavorato a lungo insieme durante la pandemia, e quindi per me, come immagino sia stato un dolore gravissimo per tutti i magistrati, colleghi dei magistrati che sono stati arrestati in questi ultimi anni, degli avvocati, di tutte quelle figure professionali che vivono realtà delicatissime fianco a fianco. E ti accorgi che quello della porta affianco ha giocato una partita “a frega compagno2 diciamo mettiamola così. al di là della violazione di legge c’è la violazione del patto di colleganza cioè di fare le cose insieme per uno stesso valore, per uno stesso obiettivo». 

Il procuratore generale ha fatto un invito a tutte le forze politiche affinché si vigili su queste nuove elezioni
«il procuratore generale ha detto a tutti di vigilare ovunque. ha parlato degli arresti gravissimi degli avvocati, ha parlato degli arresti molto più numerosi  forse di quelli degli amministratori pubblici, che sono avvenuti negli ultimi anni per I magistrati, e quindi ovviamente ha dovuto anche per par condicio parlare pure dei politici. Credo che insomma la gravità di quello che è accaduto negli ultimi anni nel sistema giudiziario pugliese della quale il procuratore generale del Castris è stato protagonista in quanto procuratore di Lecce, sia molto più grave di qualunque fenomeno corruttivo che sia avvenuto. Qui in Puglia siamo arrivati ad avere magistrati che purtroppo possedevano arsenali di armi che neanche le Brigate Rosse hanno mai avuto, o addirittura gente che si inventava dei processi per fare delle estorsioni agli imputati, parlo del processo di Trani, e e lasciamo perdere tutto il resto. Quindi purtroppo in tutte le categorie ci sono delle persone disoneste e non si può mai fare di tutto un’erba un fascio, né per i politici né per gli avvocati e né per i magistrati».

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