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A Bari sicure solo le tasse: il Consiglio comunale approva il regolamento ma è bufera sul servizio ispettivo

Qualche giorno dopo l’invio da parte del sindaco Antonio Decaro della lettera al ministro degli Interni Matteo Piantedosi, per richiedere un incremento delle forze dell’ordine a Bari, il Consiglio comunale ha approvato il nuovo regolamento generale sulle entrate tributarie. Ad accomunare le due cose, apparentemente slegate, una novità prevista dal regolamento, ossia la creazione di un nucleo, all’interno della polizia locale, da impiegare nelle attività di polizia tributaria. Una contraddizione, quella rappresentata da un lato dalla richiesta di nuovi agenti e dall’altro dalla scelta di impiegare quelli della polizia locale per «continuare a mazzolare i contribuenti» (come ha dichiarato Michele Picaro (FdI)), che non è sfuggita all’Aula Dalfino, dov’è divampato, durante la discussione consiliare, il dibattito politico.

Il regolamento entrato in vigore riordina le disposizioni comunali in materia di tributi, di riscossione e rateizzazione, fino a ieri districate in più documenti. Quattro le novità più importanti: l’adeguamento percentuale del tasso d’interesse legale “fermo” al 2 per cento; la limitazione dell’operatività dell’istituto dell’accertamento delle adesioni alle sole materie concordabili; l’ampliamento dell’istituto di ravvedimento operoso esteso a tutti i tributi comunali; l’eliminazione della fideiussione bancaria sulla rateizzazione; l’innalzamento della soglia Isee per richiedere la rateizzazione da 20mila a 30mila euro; l’organizzazione di un istituto ispettivo, in seno alla polizia locale, con funzioni di polizia tributaria. Le prime divisioni sono emerse proprio su quest’ultimo punto, per il quale, per giunta, lo stesso sindaco Decaro ha portato in Aula una proposta di emendamento, con cui si è modificato il nome di questo istituto da “Nucleo di polizia tributaria comunale” a “Servizio ispettivo tributi locali”, al fine di evitare confusioni con il corpo della Guardia di Finanza. Per Picaro, l’istituzione di questo “corpo speciale” contribuirà a «continuare a mazzolare i contribuenti». «Il lavoro della polizia locale deve essere garantire la sicurezza sul territorio e non fare quello che dovrebbero fare gli uffici comunali», ha dichiarato il consigliere meloniano. Anche il capogruppo di FdI, Antonio Ciaula, è stato critico sul punto. «Siamo tra le nove città più pericolose d’Europa – ha dichiarato Ciaula – e pensiamo a istituire un corpo di polizia per riscuotere i tributi».

Altro tasto dolente, il periodo di rateizzazione. Con un emendamento, poi ritirato, Picaro ha chiesto di elevare il numero di mesi da 60 a 72. Compatte le opposizioni a sostegno dell’emendamento, che ha trovato sostenitori anche tra i banchi della maggioranza. A bloccarla è stato il parere tecnico-contabile del dirigente della Ripartizione Tributi, Ninni, il quale, nell’estensione del periodo di rateizzazione, ha pavento il eventi rischio di «eventi decadenziali e prescrittivi». Diversi i pareri emersi dall’Aula, spaccata tra quanti hanno sostenuto la legittimità del giudizio dato dal dirigente e chi, invece, ha sottolineato come questa possibilità sia contemplata anche dall’Agenzia delle entrate. Una discussione protrattasi per un paio d’ore e che ha comportato il ritiro degli emendanti, alla luce della necessità, sia dei consiglieri che dell’Amministrazione, di approfondire la questione. «Vi chiedo pazienza – ha rotto il ghiaccio l’assessore al Bilancio D’Adamo – faremo richiesta scritta alla Corte dei Conti per avere maggiore chiarezza».

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