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Racconta le violenze alla prof e il padre la picchia anche davanti ai carabinieri: 48enne arrestato ad Andria

Quando ha trovato la forza, oltre che il coraggio, di confidarsi con la sua insegnante, raccontando le violenze fisiche che subiva in famiglia, per lei è stata una liberazione.

Anna (nome di fantasia), ancora minorenne, non ce la faceva più a restare in silenzio e doveva uscire da quella prigione che era ormai diventata da tempo la sua casa di Andria. Il padre padrone non si è fermato nemmeno davanti ai carabinieri a cui sua figlia si era rivolta, accompagnata da personale dei servizi sociali. All’ingresso della caserma, lo hanno dovuto bloccare mentre, per l’ennesima volta, picchiava la ragazza.

Per l’energumeno, un 48enne di origini rumene, si sono spalancate le porte del carcere di Trani, su disposizione del sostituto procuratore di turno, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.

Anna è poi tornata a casa con sua madre, sicuramente con uno stato d’animo diverso, certa che il padre padrone non avrebbe più potuto farle del male.

Informato il Tribunale per i Minorenni, sono state avviate le pratiche per la tutela della ragazza che frequenta gli ultimi anni delle scuole superiori. E la svolta è arrivata proprio dall’istituto andriese dove la giovane ha confidato a una sua professoressa di essere scappata di casa, qualche giorno fa, dopo le percosse subite dal padre durante un litigio. Immediatamente si è attivata la procedura prevista in questi casi, con l’interessamento dei servizi sociali che hanno indirizzato Anna verso la caserma dei carabinieri. Nessuno aveva previsto, però, che il padre la raggiungesse come una furia e non si facesse scrupoli a picchiarla nemmeno davanti alle forze dell’ordine. Speriamo per l’ultima volta.

«Va sottolineato il grande lavoro dei servizi sociali di Andria – dichiara Dora Conversano, assessora alla Persona – nella gestione di questi casi di violenza, sempre più numerosi: questo ci restituisce l’immagine di una città che ha bisogno di riprendere un cammino educativo proprio dalle famiglie insieme alle altre agenzie. L’importanza di sviluppare un lavoro di rete sociale per prevenire casi di violenza è cruciale nella costruzione di comunità sicure e resilienti. La rete sociale, intesa come la connessione tra individui, istituzioni e organizzazioni, diventa un elemento fondamentale nella prevenzione della violenza in tutte le sue forme».

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