Home News «Clemente si dimetta»: ultimatum bipartisan nel Consiglio regionale pugliese

«Clemente si dimetta»: ultimatum bipartisan nel Consiglio regionale pugliese

Maggioranza e opposizione trovano l’unità in Consiglio regionale sul caso Clemente gettando le basi per votare la decadenza del segretario d’aula rimasto incollato alla poltrona. Ieri sul finire della seduta tutti i gruppi, a eccezione di Azione, hanno firmato un documento per chiedere le dimissioni immediate del consigliere del Terzo Polo rimasto segretario d’aula nonostante il suo gruppo (formato da Amati, Mennea e Stellato) si sia dissociato dal centrosinistra.

Il consigliere di Forza Italia Napoleone Cera ha illustrato in aula il testo “anti-Clemente” subito appoggiato da una decina di interventi da parte dei due schieramenti: un accerchiamento nei confronti di Azione e Clemente ritenuti d’intralcio ai lavori del Consiglio e al corretto funzionamento dell’ufficio di presidenza.

Un’anomalia sottolineata un mese fa dal presidente Michele Emiliano che per primo chiese le dimissioni dell’esponente di Azione. E proprio il governatore è apparso nel finale per verificare di persona la questione trattata all’ultimo punto, dopo che per oltre due ore la conferenza dei capigruppo era rimasta riunita prima dell’inizio dei lavori nel tentativo di sbrogliare la matassa.

Alla fine si è scelto per inviare un ultimatum a Clemente prima di sfiduciarlo con una mozione ad hoc prevista dallo statuto, ma a condizione di raggiungere un quorum dei 2/3 dei componenti del Consiglio. L’operazione è stata rinviata anche per scongiurare un possibile ricorso al Tar Puglia da parte di Azione che ritiene illegittima la sfiducia in assenza dei gravi motivi richiesti dallo statuto. E così si è tentata la strada della moral suasion.

Il primo a intervenire è stato l’ex assessore Pierluigi Lopalco: «È una questione di rispetto dei ruoli e di difesa dell’istituzione. Quando entrai in rotta di collisione con il presidente Emiliano, mi dimisi dall’assessorato alla Sanità, ora tocca a voi fare la stessa cosa. Non si può “impallare” il Consiglio da un mese per restare incollati a una poltrona sfruttando la posizione ibrida assunta da Azione, un gruppo all’occorrenza di lotta e di governo».

Sulla stessa linea il consigliere regionale Fabio Romito della Lega: «Lo statuto è chiaro, l’ufficio di presidenza non è un organo neutro (tesi questa sostenuta dal consigliere Amati), ma riserva la presenza delle minoranze e sottintende il ruolo guida della maggioranza nel giusto equilibrio dei ruoli».

Il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Ventola ha chiesto coerenza al gruppo di Azione: «Attaccate sprechi, incarichi e prebende dispensate dalla politica, ma poi restate vittima di voi stessi creando confusione nel mantenere lo strapuntino del segretario d’aula».

In precedenza il consigliere regionale Antonio Tutolo aveva proposto un emendamento, dichiarato inammissibile, alla proposta di legge sulla carta d’identità genetica per cancellare i benefit previsti per il segretario d’aula: autista, auto blu, due segretari e 1.200 euro in più di stipendio mensile.

La seduta è stata a aggiornata a data da destinarsi nella speranza che Clemente possa fare un passo indietro evitando altri Consigli regionali dedicati alla mozione di sfiducia e alla nomina del nuovo segretario d’aula del centrodestra e di quello di centrosinistra promesso alla lista civica Con.

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