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Credito cooperativo, Emiliano in campo in difesa delle banche

La Regione Puglia lancia una ciambella di salvataggio alle banche di credito cooperativo che sono sul punto di affondare. Il sistema rischia, infatti, un brusco ridimensionamento financo l’estinzione per l’imminente applicazione delle regole di Basilea 2 avviate nel 2018 dall’allora governo Renzi. Di qui la crociata della giunta regionale pugliese che ha delegato il presidente Michele Emiliano a intervenire, in sede di Conferenza delle Regioni e di Comitato europeo delle Regioni, nei confronti del governo Meloni e del Comitato di Bruxelles per superare l’equiparazione delle banche cooperative ai grossi istituti di credito.

La richiesta è di rivedere il regolamento comunitario applicando forme di proporzionalità alla trasformazione a sostegno della natura mutualistica delle Bcc riveniente dalla Costituzione italiana.

L’applicazione delle nuove regole, infatti, rappresenta un aggravio sotto il profilo dei controlli e dei futuri assetti e della cosiddetta compliance. È previsto un sistema di controlli calibrato in tutto e per tutto alle grandi banche che, di fatto, farebbe perdere identità e funzioni alle banche di prossimità. Il tutto mantenendo inalterate le loro caratteristiche: l’obbligo cioè di finalità mutualistiche, di erogare credito in maggioranza ai soci, l’erogazione del 95 per cento dei crediti alle imprese e alle famiglie che operano e vivono nel territorio di competenza nel quale raccolgono il risparmio, l’obbligo di destinare a riserve indivisibili tra i soci di almeno il 70 per cento degli utili, l’assoggettamento ad una duplice vigilanza prudenziale e mutualistica.

Insomma un groviglio di lacci e lacciuoli che condanneranno alla chiusura o al licenziamento soprattutto le piccole realtà.

Il sistema del credito cooperativo conta in Puglia ben 22 Bcc, con 137 sportelli del credito cooperativo dislocati in 92 comuni, in sei dei quali operano come unica presenza bancaria, con impieghi lordi pari a circa 4,7 miliardi di euro e raccolta da clientela per circa 6,9 miliardi su base regionale. Un patrimonio storico che ha anche una rilevanza sociale e di sostegno al territorio anche sotto il profilo delle iniziative culturali e di solidarietà. Legami che verrebbero irrimediabilmente spezzati dalle nuove regole europee che, tuttavia, difficilmente potranno essere cambiate a dispetto dell’impegno preso con una delibera dal governo regionale.

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