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Liste d’attesa, la Puglia guarda a Roma: domani a Montecitorio il voto finale sul decreto

liste d'attesa

Domani pomeriggio è previsto a Montecitorio il voto finale sul decreto liste d’attesa. Il testo, avanzato con decreto urgente del governo a giugno, poco prima del G7 in Puglia, e approvata dal Senato in prima lettura appena quattro giorni fa, è composto da sette articoli.

Il provvedimento

All’interno si prevede l’istituzione presso l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari della piattaforma nazionale delle liste di attesa, finalizzata a realizzare l’interoperabilità con le piattaforme delle liste di attesa relative a ciascuna Regione e provincia autonoma. Un decreto del ministro della salute, sentita Agenas e previo parere della Conferenza Stato-Regioni, adotterà specifiche linee guida per la definizione dei criteri di realizzazione, di funzionamento e di interoperabilità tra la piattaforma nazionale e le piattaforme regionali delle liste di attesa.

Le finalità

In particolare, la piattaforma avrà il compito di orientare la programmazione dell’offerta attraverso la verifica puntuale e aggiornata delle agende disponibili, delle agende accessibili alla prenotazione da Cup e da percorsi interni della distribuzione delle agende tra gli erogatori territoriali e ospedalieri nonché di consentire il monitoraggio dei tempi di attesa, della consistenza di lista d’attesa per singolo erogatore, del tasso di saturazione delle risorse umane e tecnologiche, del rispetto dei tempi massimi per classi di priorità, del rispetto dei principi di appropriatezza prescrittiva, dell’allineamento tra offerta e tempi di attesa tra pubblico e privato e tra regime istituzionale e libera professione. Si specifica, poi, che non dovranno derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Ed è questo il rilevo maggiore avanzato dalle opposizioni che definiscono il decreto «una scatola vuota», mentre per la maggioranza si tratta di una norma che potrà aiutare gli utenti a superare «le criticità di alcune regioni».

Le reazioni

Tuttavia, gli stessi enti territoriali, tra cui la Puglia, che in un primo momento lamentavano un accentramento al ministero della risoluzione dei problemi, sono soddisfatti dall’approvazione di un emendamento all’articolo 2 che non prevede un intervento diretto da parte del ministero della Salute se una struttura fa aspettare troppo i cittadini, ma saranno i Ruas, i nuovi responsabili unici regionali dell’assistenza sanitaria, a portare avanti i controlli sulle prestazioni. Solo in casi di inadempienze gravi o ritardi eccessivi interverrà il Ministero, attraverso un nuovo Organismo di vigilanza.

Per i cittadini, invece, ci saranno vantaggi, secondo la maggioranza, e anche obblighi come il pagamento del ticket anche quando non ci si presenta alla visita, mentre se i tempi d’attesa sono troppo lunghi le Asl potranno far ricorso a strutture private convenzionate o alle prestazioni in intramoenia sempre al costo del ticket per il paziente, così come potranno essere organizzate visite nei giorni festivi e in notturna. Adesso, una volta approvato il decreto, bisognerà verificare le risorse necessarie con molte regioni, tra cui la Puglia, che hanno già investito per risolvere il problema come i 30 milioni di euro stanziati due settimane fa in favore di enti privati proprio per sopperire alle lunghe liste d’attesa, in particolare per i pazienti più gravi e cronici.

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