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Puglia quarta per under 19 impiegati: tanti giovani lavoratori e poche denunce di infortuni

La Puglia è la quarta regione italiana per ragazzi entro i 19 anni occupati nell’arco di cinque anni (2017-2021): 108.867. Il numero dei lavoratori giovani è in crescita in tutta Italia e si riflette anche nel numero di infortuni

È quanto emerge dai dati, relativi al 2021, diffusi dall’Unicef nel primo rapporto statistico “’Lavoro minorile in Italia: rischi, infortuni e sicurezza sui luoghi di lavoro” diffuso in occasione della giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile. A precedere la Puglia in questa graduatoria sono Lombardia (240.252), Veneto (155.987), Emilia Romagna (134.694), Lazio (119.256).

Il maggiore impiego di lavoratori di sesso maschile entro i 19 anni rispetto a lavoratrici di sesso femminile, inoltre, mostra la tendenza delle donne a essere più istruite degli uomini; il 65,3% delle donne ha almeno un diploma (contro 60,1% degli uomini). Le laureate arrivano al 23,1% (16,8% degli uomini). Lo studio sottolinea, inoltre, partendo dai dati Istat, che il divario di genere nel tasso di occupazione (55,7% contro 75,8%) si riduce al crescere del livello di istruzione (31,7 punti per i titoli bassi, 20,3 per i medi e 7,3 punti per gli alti).

Le denunce di infortunio di minorenni presentate dall’Inail riportano un numeronettamente superiore di denunce effettuate da minorenni fino ai 14 anni (223.262) rispetto a quelle effettuate nella fascia di età 15-19 anni (128.878). Eccezion fatta per la provincia di Bolzano nel 2017, 2020, 2021 e della Valle d’Aosta nel 2021, tutte le regioni registrano un numero sempre maggiore di infortuni di minorenni sul lavoro nella fascia di età minore di 14 rispetto alla fascia di età 15-19.

Le differenze tra Nord e Sud

Facendo riferimento al tasso di denuncia registrato nelle regioni italiane nel quinquennio 2017-2021 l’indagine pone l’attenzione anche sul divario territoriale che emerge, rappresentato da un Nord Italia caratterizzato da elevati tassi di denuncia di infortuni sul lavoro da parte dei minorenni, da un Sud Italia, isole comprese, caratterizzati da numeri nettamente inferiori di denunce.

Nello specifico Piemonte ed Umbria sono le regioni che presentano i tassi di denunce di infortunio più elevati (39,2%), notevolmente al di sopra della media nazionale (24,8%), seguite da Friuli Venezia Giulia (33,1%), Lombardia (32%), Liguria (30,7%) ed Emilia Romagna (29,7%) mentre, eccezion fatta per la Valle D’Aosta (12%). Sono Campania (14,9%), Puglia (15,6%), Calabria (15,8%), Lazio (16,6%) e Sardegna (17,1%) a registrare minor tassi di denunce d’infortunio sul lavoro.

«Questo netto divario tra Nord e Sud – scrivono i ricercatori nello studio dell’Unicef – induce a riflettere su come minori denunce di infortunio sul lavoro da parte di minori di età non rappresentino necessariamente maggiore sicurezza sul lavoro in regioni quali Campania, Puglia e Calabria. Di conseguenza sarebbe opportuno interrogarsi sui motivi che inducono i giovani lavoratori a denunciare maggiormente un infortunio al Nord piuttosto che al Sud.

Si potrebbe pensare ad un lavoro sommerso e a minori opportunità di lavoro». L’assenza di alternative, dunque, spingerebbe i giovani meridionali a “soprassedere” nella denucia. È questo che, neanche tanto velatamente, sottolinea l’Unicef.

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