Home Puglia Trani, la memoria in una foto. Nasce l’archivio digitale

Trani, la memoria in una foto. Nasce l’archivio digitale

Scorci di vita quotidiana, immagini di gente comune o istantanee di un matrimonio. Una storia dietro la storia, quella meno tutelata e valorizzata che racconta come un grande puzzle l’evoluzione della città. A Trani è nato il fondo fotografico della memoria storica collettiva da un’idea di un giovane archivista e storica della fotografia.

Si chiama Alessia Venditti e da poco meno di due anni ha dato avvio a una vera raccolta di testimonianze del passato impresse su pellicola. Non di avvenimenti, di cui c’è già traccia negli archivi, ma i ricordi tirati fuori dal cassetto della nonna. «Un progetto nato durante il primo lockdown, più o meno nel mese di marzo del 2020. Ero chiusa in casa, come tutti gli italiani, e non potevo recarmi a riordinare l’archivio comunale, presso il quale tuttora lavoro. Così ho iniziato a mettere ordine nell’archivio di famiglia», afferma la dottoressa.
Si tratta di un archivio fotografico digitale e compartecipato generato dagli album che le famiglie tranesi conservano nelle proprie abitazioni. Un modo per salvaguardare la memoria cittadina. Immagini di una passeggiata domenicale, una festa in casa, una fototessera oppure in posa su un vecchio motorino Ciao. Gli album di famiglia come un bene da tutelare e di importante valenza documentaristica. L’iniziativa è stata accolta favorevolmente dal comune.
Lo scrigno di tutto il materiale informatico è la biblioteca comunale Giovanni Bovio. «È importante sottolineare che il materiale fotografico resta nelle mani dei proprietari. Loro mi consegnato solo una copia scansionata oppure riprodotta attraverso una fotografia alla fotografia con, ovviamente, l’autorizzazione a poterla pubblicare sui social», prosegue Venditti.
Sul sito del comune c’è un link attraverso il quale iscriversi al forum con le istruzioni per caricare le fotografie, massimo dieci per nucleo familiare. In questo modo le istantanee possono diventare un tesoro condiviso. «Ho registrato una buona risposta da parte dei cittadini. Chiunque voglia contribuire, può farlo. Una volta postate sui social in tanti commentano perché magari riconoscono loro stessi oppure i propri cari. È nata una grande rete di contatti. Ci sono pervenute foto di inizio secolo scorso, di quelle in posa che solo la gente benestante poteva permettersi», sottolinea l’ideatrice.
Il sogno è quello di ampliare il progetto. «Anche altri comuni hanno avviato la stessa iniziativa. Sarebbe bello – conclude Venditti – riunire tutte le foto in un unico grande archivio».

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