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Trattamento di fine mandato per i consiglieri regionali. Tutolo prova a mediare «Ora stop alla retroattività»

Si torna a parlare di liquidazione ai consiglieri regionali alla Puglia. La questione, come si ricorderà, rimase in sospeso lo scorso 25 luglio, ultima seduta estiva, quando la legge di ripristino dell’assegno da 40mila euro per ogni legislatura era in procinto di essere approvata in aula. A stopparla fu il governatore Michele Emiliano che, sull’onda della sollevazione popolare guidata da Cgil e 40 tra associazioni e movimenti, chiese con una lettera aperta ai partiti di “congelare” la norma e rinviarla in autunno per un successivo approfondimento. Da allora la questione è rimasta in sospeso, ma i proponenti, a partire dal capogruppo dem Filippo Caracciolo, hanno a più riprese ribadito che terranno il punto e, alla prima seduta utile, inseriranno la discussione sul trattamento di fine mandato nell’ordine del giorno.

La novità è spuntata nei giorni scorsi quando il consigliere regionale Antonio Tutolo (gruppo misto) ha depositato in via Gentile un emendamento alla proposta di legge sulla liquidazione: cancellare la retroattività inserita nella legge sul trattamento di fine mandato che estenderebbe il beneficio oltre agli eletti attuali anche a 143 ex inquilini del palazzo fra assessori e consiglieri. Un “cadeau” da ben quattro milioni di euro per le casse regionali. Di qui la proposta di Tutolo: visto che c’è un accordo fra destra e sinistra per ripristinare la liquidazione e che nessuna battaglia potrà reggere alla forza del voto segreto, meglio salvare il salvabile. E così, da fermo oppositore del trattamento di fine mandato, Tutolo cambia idea offrendo una mediazione e un possibile punto di equilibrio fra le spinte della casta e il no di una parte dei partiti.

A favore del trattamento di fine mandato, cancellato nel 2012 durante l’era Vendola e ripristinato nell’estate 2021 con un blitz in aula e due mesi dopo definitivamente abrogato su ordine dello stesso presidente Emiliano, ci sono un pezzo del Pd, guidato dal capogruppo Filippo Caracciolo, primo firmatario, e al loro fianco i civici di Con. Il fronte del no, invece, è guidato dall’area Schlein dello stesso Pd, in particolare dai consiglieri Mazzarano, Parchitelli, Lopalco e dalla presidente del Consiglio regionale Capone. Contrari anche i Cinque Stelle che hanno ritirato la firma iniziale sulla proposta di legge sulla liquidazione.

In tutto questo bailamme s’inserisce la trasmissione di Rete Quattro “Fuori dal Coro” che ha dedicato un lungo servizio alla “casta pugliese dei privilegi”. Nel mirino il capogruppo dem Caracciolo, rincorso in ogni dove dall’inviato della trasmissione. Fra i bersagli gli ex inquilini del palazzo, i consiglieri Giacomo Olivieri e Tommy Attanasio per non parlare dell’ex assessora della giunta Vendola Alba Sasso, messa alla gogna per aver collezionato pensioni e vitalizi da parlamentare e consigliera regionale.

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