Home Puglia BAT Finanziamento al terrorismo, la Cassazione “libera” quattro andriesi

Finanziamento al terrorismo, la Cassazione “libera” quattro andriesi

Definitivamente scagionati dalla terribile accusa di aver finanziato il terrorismo Vincenzo Terlizzi, di 32 anni, Gianmarco Valente, di 35, Walter Lopetuso , di 33 anni e Pasquale Petruzzelli, di 44. I quattro, assistiti dagli avvocati Michele Ippedico, Raffaele Quarta, Francesco Pollice, Mauro Sgaramella e Vincenzo Papeo, sono stati assolti dalla Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso della procura generale contro la precedente assoluzione di secondo grado.

L’iter processuale

I quattro avevano trascorso in carcere oltre due anni, dopo essere stati condannati a pene fra i sei anni e 10 mesi e gli otto anni e sei mesi, con un’accusa molto grave: aver finanziato la rete terroristica grazie a trasferimenti di denaro eseguiti tramite un’agenzia di money transfer di Andria.

Lopetuso e Petruzzelli avevano scelto in primo grado il rito abbreviato ed erano stati condannati dalla gup Maria Teresa Romita rispettivamente a 6 anni e 10 mesi, e 5 anni. Gli altri due, invece avevano preferito il rito ordinario, al termine del quale erano stati condannati rispettivamente a otto anni e sei mesi, e otto anni.

L’inchiesta

I quattro erano stati arrestati dalla guardia di finanza nel luglio 2021 nell’ambito di un’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Bari, coordinata dal pm Ettore Cardinali, chiamata “Il libanese”, su una attività di finanziamento del terrorismo islamico, nata a seguito della strage del Bataclan. Secondo la Dda e la Procura nazionale antiterrorismo francese, tra il 2016 e il 2019 i quattro avrebbero trasferito denaro da un centro money transfer di Andria a numerosi destinatari in almeno 50 Paesi del mondo, con l’obiettivo di finanziare combattenti e militanti jihadisti, ottenendo in cambio 50 euro settimanali.

La difesa

Al contrario, secondo quanto aveva sempre sostenuto la difesa producendo anche ampia documentazione a supporto, “gli imputati sono avulsi dal contesto ideologico del terrorismo islamico”, mentre non è stato possibile neppure individuare nel corso delle indagini il fantomatico capo della cellula. Per i difensori, i versamenti di denaro all’estero sarebbero serviti ad acquistare componenti elettronici tipo chiavi neutre a decodificare, e jammer, destinati probabilmente ai furti di auto. m.chia.

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