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Pazza idea per il terzo mandato in Regione Puglia: il presidente scelto tra i consiglieri

Tornare all’elezione indiretta del governatore, un salto nel passato vecchio di circa 24 anni per aggirare la norma nazionale che impone il limite dei due mandati per i governatori. È questa la “pazza idea” che circola nei palazzi della Regione Puglia in vista delle elezioni del 2025 per favorire la permanenza del governatore Emiliano. Un’autentica rivoluzione copernicana che farebbe saltare per aria i giochi introducendo una novità che escluderebbe a priori la guerra annunciata, le primarie e gli estenuanti vertici a mo’ di sedute spiritiche per la fatidica scelta del nome in presenza di più candidati.

La strategia

Il “giochino” potrebbe tenere insieme Emiliano e Decaro, in particolare l’ex sindaco di Bari a rischio di essere “azzoppato” dall’incandidabilità legata all’eventuale scioglimento dell’amministrazione comunale in via di definizione entro fine settembre. Grazie alla “riforma”, infatti, l’elezione del nuovo governatore si terrebbe nell’assemblea regionale indicando uno 51 consiglieri eletti con la possibilità di cambiarlo in corso d’opera. Un’operazione particolarmente ambiziosa che sulla carta potrebbe convenire anche al polo di centrodestra superando sul nascere le divisioni sull’individuazione del candidato governatore.

A spianare la strada c’è il presidente campano Vincenzo De Luca che s’è già portato avanti con il lavoro. In particolare sfruttando l’estate militante del Pd che ha regalato una tregua tra la segretaria dei democratici Elly Schlein e il vulcanico presidente campano. Shlein avrebbe già avallato il ritorno alla Prima Repubblica. Non a caso il Consiglio regionale della Campania sta lavorando ad alcune piccole modifiche alla legge elettorale regionale e allo Statuto. Tra le novità allo studio c’è proprio il ritorno all’elezione indiretta del presidente della giunta regionale con la Campania che potrebbe diventare la prima Regione a imboccare la strada di un ritorno al sistema elettorale in vigore fino al 1999.

Il modello De Luca

La modifica alla quale sta lavorando la maggioranza deluchiana prevede un sistema di elezione indiretta o di secondo grado dove sarà l’assemblea a consegnare con un voto di fiducia la guida della Regione nelle mani di un eletto. Il dossier è sul tavolo della Commissione Affari istituzionali della Regione. Per molti consiglieri campani l’escamotage rappresenta l’unica strada, forse l’unica, per sterilizzare il limite dei due mandati. Un percorso più sicuro, al riparo da ricorsi e censure costituzionali, di quello usato negli anni scorsi dai presidenti Zaia e Formigoni in Veneto e Lombardia per recepire la normativa nazionale azzerando il contatore e facendo ripartire la conta dei mandati dalla legislatura successiva. Di contro a favorire il riordino è la stessa norma che nel 1999 cambiò il sistema introducendo l’elezione diretta dei presidenti di Regione. “Il presidente della Giunta regionale, salvo che lo statuto disponga diversamente, è eletto a suffragio universale e diretto”, si legge nel testo originario. E quel “salvo che lo statuto disponga diversamente” è il pertugio nel quale è possibile infilarsi cambiando il principio ispiratore delle elezioni regionali. Un colpo di teatro che favorirebbe il terzo mandato per Deluca ed Emiliano.

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