Home Puglia Ulivi tagliati e furti, Coldiretti Puglia: «Clima da far west»

Ulivi tagliati e furti, Coldiretti Puglia: «Clima da far west»

Il taglio di 103 ulivi in un’azienda olivicola a Foggia è «un atto vile che dimostra quanto la criminalità colpisca indisturbata le aree rurali».

Coldiretti Puglia denuncia l’ennesimo episodio registrato in provincia di Foggia, che si aggiunge ai ripetuti furti in piena campagna olivicola nella Bat, a Lecce e in provincia di Taranto: un vero e proprio boom di furti di mezzi agricoli, prodotti, cavi e danni che, secondo l’associazione degli agricoltori, ammonterebbero a 300 milioni di euro.
«Il fenomeno della micro e macro criminalità nelle aree rurali pugliesi è divenuto pressante e pericoloso per la stessa incolumità degli agricoltori – spiega Coldiretti Puglia – e in questo scenario di strisciante diffusione dell’illegalità e clima di pericolosa incertezza, le aziende corrono il forte rischio di perdere competitività in un contesto da far west».
Coldiretti Puglia chiede l’intervento dell’Esercito e l’attivazione di una cabina di regia tra il ministero delle Politiche Agricole e il ministero dell’Interno, «affinché ci sia un coordinamento sulle attività delle forze dell’ordine, in particolare nelle zone più a rischio individuate nelle province Bari,  BAT e Foggia, dove le bande organizzate rubano, nel giro di pochi minuti, fino a 30 kg di olive battendo gli alberi con bastoni in ferro e alluminio, danneggiando anche le piante».
Coldiretti, inoltre, denuncia la “stagionalità” delle attività criminose in campagna: squadre ben organizzate rubano l’uva da tavola da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le ciliegie a maggio, tagliano i ceppi dell’uva da vino a marzo/aprile, rubano le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l’anno. Senza trascurare, poi, il mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, a partire dall’olio, spesso sofisticato e spacciato per prodotto di qualità con il marchio made in Puglia.
Coldiretti Puglia registra «un’impennata di fenomeni criminali che colpiscono e indeboliscono il settore agricolo e non si tratta più soltanto di “ladri di polli”, quanto di veri criminali che organizzano raid capaci di mettere in ginocchio un’azienda, specie se di dimensioni medie o piccole».

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