Home Diritto & Economia Elbano De Nuccio: «Questa è l’occasione giusta per riformare il Fisco»

Elbano De Nuccio: «Questa è l’occasione giusta per riformare il Fisco»

«Un’enorme opportunità per ridisegnare in maniera organica il nostro sistema fiscale». Per il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, ci sono le condizioni perché la tanto agognata riforma del sistema tributario italiano, di cui si parla da anni, veda finalmente la luce.

Presidente, l’esecutivo ha da poco approvato uno schema di legge delega fiscale. Da cosa nasce il suo ottimismo su quello che potrebbe rappresentare un passaggio epocale per il nostro sistema tributario?

«Quello attualmente in carica è un governo politico con una maggioranza parlamentare molto ampia e questa è una garanzia per il prosieguo dell’iter della riforma che nei prossimi due anni ci porterà ai decreti delegati. Molto positiva è stata poi la scelta di aprire questo cantiere già all’inizio della legislatura. C’è tanto tempo per lavorarci, in un contesto indubbiamente molto favorevole. Spero e credo che sia la volta buona».

Qual è il giudizio dei commercialisti italiani sulla riforma?

«Noi abbiamo espresso un giudizio molto positivo. Ci troviamo di fronte ad un progetto di riforma organico e strutturale, che con ambizione punta a ridisegnare tutti gli ambiti del nostro sistema tributario. L’ultima riforma complessiva di questo settore risale agli inizi degli anni Settanta. In questi cinquant’anni si sono affastellate costantemente modifiche che hanno reso il nostro fisco una giungla nella quale è arduo districarsi sia per i contribuenti che per noi professionisti. L’ambizione della riforma sta proprio nella volontà esplicita di fare ordine e svecchiare tutto l’impianto. Come Consiglio Nazionale, inoltre, esprimiamo la nostra soddisfazione per il recepimento di tutte le proposte che abbiamo avanzato al viceministro Maurizio Leo in mesi di interlocuzione costante e costruttiva, che ha visto emergere la nostra professione come uno dei riferimenti della politica in un ambito nel quale le nostre competenze vengono finalmente riconosciute come insostituibili».

Quali sono gli elementi che a suo modo di vedere meglio caratterizzano questa riforma, i pilastri sui quali si fonda?

«Siamo ancora in una fase embrionale. Ad esempio, su Irpef, aliquote, no tax area, tax expenditures è prematuro esprimersi, fermo restando che l’obiettivo cui tendere non può che essere quello di aiutare ceto medio e famiglie. Ma la delega ha comunque già oggi degli obiettivi precisi: utilizzare il sistema tributario come strumento di rilancio economico, ridurre la pressione fiscale e facilitare in maniera sostanziale la lotta all’evasione».

Quali sono nello specifico le vostre proposte recepite nelle delega?

«Le misure relative alla rimodulazione della curva delle aliquote Irpef, alla razionalizzazione delle tax expenditures, al progressivo superamento dell’Irap, allo sfoltimento dei tributi minori, al riordino della disciplina Iva in ossequio alle disposizioni unionali, alla valorizzazione dello Statuto dei diritti del contribuente, alla semplificazione degli adempimenti tributari e alla rimodulazione dell’Ires in funzione dell’incentivazione agli investimenti e all’innovazione. Tante proposte accolte e condivise alle quali si aggiungono anche la neutralità fiscale delle operazioni di riorganizzazione degli studi professionali associati, la possibilità di un accordo sul pagamento parziale o dilazionato dei tributi nell’ambito della composizione negoziata della crisi di impresa e la revisione delle sanzioni e dei procedimenti di accertamento con la previsione del contraddittorio preventivo per tutte le procedure.

Si aspetta che venga “rimodulato” anche il ruolo dei commercialisti?

«Assumeranno compiti sempre più strategici, quali certificatori al servizio della Pubblica amministrazione e anello di congiunzione tra le aziende e il Fisco».

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